Appare davvero inarrestabile la marcia degli Houston Rockets: dopo tre vittorie consecutive tra le mura amiche, i razzi tornano a vincere in trasferta, imponendosi nel derby texano contro i Dallas Mavericks all’American Airlines Center. Per Nowitzki e compagni si tratta della settima sconfitta nelle ultime dieci gare disputate, la seconda su due incontri stagionali contro Houston, che già si era imposta per 107-91 al Toyota Center in occasione della terza gara di questa regular season. Il 104-97 con cui gli uomini di D’Antoni superano quelli di Carlisle è propiziato in gran parte dall’ennesima prestazione da applausi di James Harden, alle garanzie rappresentate da Chris Paul e Clint Capela e a un Trevor Ariza particolarmente efficiente al tiro. Per i padroni di casa, invece, non bastano le ottime prove offerte da Wesley Matthews e Yogi Ferrell.

 

HOUSTON ROCKETS

CHRIS PAUL: 6

Meno efficace del solito al tiro (appena 3/8 dalla lunga distanza e un piuttosto deludente 0/4 da due, per un totale di 3/12 dal campo), riesce comunque a mettere a segno 12 punti, 7 rimbalzi, 4 assist e 2 palle recuperate. Prestazione non certo da incorniciare, ma un leggero calo dopo prove maiuscole è piuttosto comprensibile.

JAMES HARDEN: 7,5

Ancora una volta risulta il migliore dei Rockets, che non possono proprio fare a meno del suo apporto in fase offensiva e, nel complesso, della sua presenza sul parquet. Inizia come al solito in grande spolvero la sua serata e la rende ancor più memorabile continuando ad esprimersi su ottimi livelli, finendo per sedersi in panchina nel finale con una sontuosa doppia doppia da 25 punti e 13 assist (9/16 dal campo e 6/10 da tre), oltre a 5 rimbalzi, una stoppata e una palla recuperata.

ERIC GORDON: 7

Si riscatta alla grande dopo le prove incolori al tiro con Golden State Warriors prima e Miami Heat poi, in cui complessivamente ha tirato con 0/16 da tre. Contro Dallas risulta decisamente più efficiente al tiro (6/11), in particolar modo dalla lunga distanza (4/7), riuscendo a totalizzare 17 punti in mezzora di gioco.

CLINT CAPELA: 7

Le parole di Durant post vittoria con i Warriors devono averlo fatto particolarmente arrabbiare, tant’è che contro i Mavericks si scatena e mette a referto la doppia doppia numero ventidue della sua stagione (16 punti e 13 rimbalzi), confermandosi uno che sbaglia davvero pochissimo (7/8 al tiro e 2/4 dalla lunetta) e dando il solito apporto di grinta e dinamismo alla squadra.

TREVOR ARIZA: 7

Prova di gran spessore per l’ex Los Angeles Lakers, che inizia la sua gara con 3/3 da tre e 4/4 dal campo e la conclude con 8/17 al tiro e 5/14 dalla lunga distanza, statistiche che gli valgono la bellezza di 23 punti (secondo miglior marcatore dei suoi, dietro soltanto ad Harden).

 

DALLAS MAVERICKS

 

DENNIS SMITH JR.: 5,5

Prova non particolarmente esaltante, ma nemmeno da buttare. Il giovane talento dei Mavs totalizza 11 punti e 6 assist, numeri tutto sommato positivi, ma non riesce ad essere cinico e lucido al tiro (3/11 dal campo). Di certo non gli mancano grinta, determinazione e talento, ha le stigmate del campione.

WESLEY MATTHEWS: 7

Decisamente il migliore in campo, insieme a Ferrell, per i Mavericks. Impeccabile sia dalla lunga distanza (50% con 7/14), che dentro l’area (75% con 3/4), realizza ben 29 punti, insieme a quattro rimbalzi, cinque assist, due palle recuperate e una stoppata. Se almeno tutto il quintetto dei Mavs giocasse come lui, forse avrebbero maggiori chance di vittoria, anche in partite del genere.

YOGI FERRELL: 7

Buonissimo impatto in uscita dalla panchina per l’ex playmaker dei Brooklyn Nets, che sbaglia poco e nulla e in poco più di mezzora sul parquet mette a referto la bellezza di 19 punti, tirando con 6/9 dal campo, 4/5 da tre e 3/3 dalla lunetta. Il suo quantitativo di punti è esattamente la metà di quelli fatti registrare dalla second unit dei Mavs (38).

J.J. BAREA: 5

Di solito il suo apporto in uscita dalla panchina è molto più significativo. Nella sfida contro i Rockets, invece, fa registrare appena 3 punti, seppur con 7 rimbalzi e 4 assist. Piuttosto male al tiro (1/9 dal campo, 0/4 da due e 1/5 da tre), non riesce ad avere l’impatto che ci si aspetta dal secondo giocatore più rappresentativo della squadra, dietro soltanto a Nowitzki.

DIRK NOWITZKI: 6

Inevitabilmente non rende più come un tempo, ma la classe e l’intelligenza cestistica restano pressoché immutate. In appena un quarto d’ora di gioco, riesce a dare un contributo tutto sommato positivo, realizzando 7 punti, rasentando la perfezione dalla lunga distanza (2/3). Sempre bello vederlo in azione, anche se gli anni passano.