Gli Houston Rockets portano a casa la loro seconda vittoria consecutiva, superando non senza difficoltà i Portland Trail Blazers di misura tra le mura amiche. Al Toyota Center, infatti, finisce 96-94 per i padroni di casa, che archiviano la pratica prima dell’overtime grazie al buzzer beater di Chris Paul a 0,8” dalla sirena. Un canestro che, per certi versi, ricorda quello messo a segno da CP3 in gara-7 del primo turno dei playoff contro i San Antonio Spurs nel 2015, quando indossava la maglia dei Los Angeles Clippers. Dopo aver dominato in lungo e in largo nel primo tempo, tanto da dare l’impressione di aver chiuso con netto anticipo la gara, andando alla pausa lunga con ben 22 lunghezze di vantaggio (66-44), i Rockets si sono risparmiati negli ultimi due quarti, segnando appena 30 punti in 24′, a fronte dei 50 messi a referto dai Blazers nello stesso arco di tempo. Nel finale gli ospiti trovano il modo di tornare in carreggiata, anche e soprattutto grazie alla leziosità di Houston su entrambi i lati del campo, portando il punteggio sul 92-94. Nel possesso offensivo che sulla carta dovrebbe permettere alla squadra guidata da Mike D’Antoni di portarsi a casa la vittoria, James Harden subisce un fallo e si presenta in lunetta. Sembra ormai fatta, potrebbe addirittura bastare anche un solo canestro su due, ma clamorosamente il Barba sbaglia in entrambe le occasioni dalla lunetta. Portland ha dunque la chance di vincere la gara con una tripla, ma sceglie la soluzione più comoda, quella che in gara l’ha premiata di più (50,8% da due con 32/63 e appena il 7/22 da tre con 31,8%), ossia un più agevole tiro sotto canestro, ristabilendo la parità. Quando la gara sembra quindi indirizzata all’overtime, CP3 la decide con una giocata incredibile, un vero e proprio attestato delle sue enormi potenzialità, anche e soprattutto quando il tempo scorre e il punteggio è in bilico.

 

PORTLAND TRAIL BLAZERS

 

WADE BALDWIN: 6

La diciassettesima scelta dello scorso Draft, alla sua prima stagione in quel di Portland, sfrutta appieno l’occasione concessagli da coach Stotts, che lo fa giocare per poco più di mezzora in virtù dell’assenza di Damian Lillard: il classe ’96 risulta il miglior scorer della second unit dei suoi, mettendo a referto 14 punti, un rimbalzo, 3 assist e 2 palle recuperate col 60% al tiro dal campo (6/10) e il 66,7% dalla lunga distanza (2/3).

C.J. MCCOLLUM: 4,5

Risulta il miglior marcatore della serata per i suoi, anche e soprattutto in virtù dell’assenza di Lillard, che lo carica di maggiori responsabilità. Pur segnando 16 punti, con 5 rimbalzi, 4 assist e una stoppata, però, il classe ’91 di Canton non convince affatto, tirando con un pessimo 28% dal campo (7/25) e un ancor più deludente 22,2% da dietro l’arco (2/9). Non appare particolarmente ispirato e, più che accenderlo, la mancanza di Lillard al suo fianco lo spegne.

CALEB SWANIGAN: 6

Il giovane lungo classe ’97 originario di Indianapolis riesce a dare un contributo tutto sommato positivo alla causa in appena 18′ trascorsi sul parquet, facendo registrare 10 punti e 4 rimbalzi con un ottimo 75% al tiro (3/4) e un eccellente 80% dalla lunetta (4/5).

EVAN TURNER: 6

10 punti, 3 rimbalzi e altrettanti assist per l’ex Philadelphia Sixers, Indiana Pacers e Boston Celtics, che in poco meno di mezzora d’impiego tira con ottime percentuali sia dal campo (66,7% con 4/6) che, in particolar modo, dalla lunga distanza: manda infatti a bersaglio entrambe le triple tentate.

JUSUF NURKIC: 6,5

Probabilmente è il centro bosniaco il migliore in campo dei suoi. L’ex Denver Nuggets lotta e sgomita in entrambi i lati del campo, mettendo a referto una doppia doppia da 14 punti, 11 rimbalzi, un assist e una palla recuperata col 58,3% al tiro dal campo (7/12). Risulta determinante anche nella cavalcata che nel secondo tempo porta Portland fino al provvisorio equilibrio e ad accarezzare l’overtime.

 

HOUSTON ROCKETS

 

CHRIS PAUL: 7,5

Come di consueto, la prestazione di CP3 è impossibile da analizzare e spiegare solo con i numeri. L’ex Clippers mette a referto 27 punti, 4 rimbalzi e 5 assist, tirando col 57,9% dal campo (11/19) e col 37,5% da dietro l’arco (3/8), ma soprattutto si rende decisivo quando la palla scotta, con assist geniali o giocate incredibili. Di fatto è lui a siglare il canestro a 0,8” dal termine del quarto periodo, che permette ai Rockets di chiudere la pratica sul 96-94 ed evitare un dispendio di energie nell’overtime.

JAMES HARDEN: 7

Altra grande prestazione per il favorito numero uno per la vittoria dell’MVP, che fa registrare 24 punti, 6 rimbalzi, 7 assist e una palla recuperata col 53,8% dal campo (7/13) e il 50% da tre (3/6), risultando come di consueto decisivo con giocate d’alta scuola e grappoli di falli conquistati. A dir poco immarcabile per la difesa avversaria, sembra davvero non stancarsi mai ed è già in modalità playoff attivata da tempo.

LUC MBAH A MOUTE: 6,5

Impatto più che positivo in uscita dalla panchina per il numero 12 di Houston, che risulta il miglior realizzatore della second unit dei suoi con 9 punti, cui abbina 2 rimbalzi catturati e ben 5 palle recuperate. Oltre a ciò, tira piuttosto bene dalla lunga distanza, totalizzando un più che positivo 50% (2/4).

TREVOR ARIZA: 6,5

10 punti, un rimbalzo, un assist e una palla recuperata per lui, che tira col 50% dal campo (4/8) e col 40% da dietro l’arco (2/5), risultando fondamentale per i suoi in entrambe le fasi di gioco ed offrendo un rendimento positivo dall’inizio alla fine della gara.

CLINT CAPELA: 6,5

Il centro svizzero fa registrare la quarantunesima doppia doppia della sua regular season da sogno, siglando 11 punti e catturando 10 rimbalzi col 66,7% al tiro dal campo (4/6) e il 75% dalla lunetta (3/4). Da segnalare, inoltre, un assist, 2 palle recuperate e una stoppata.