Dopo essere stato esonerato dai Toronto Raptors al termine di un’annata tutto sommato positiva (primo posto in regular season ad Est con ben 59 vittorie ed appena 23 sconfitte ed eliminazione in semifinale di Conference con un 4-0 ad opera dei Cleveland Cavaliers), Dwane Casey è stato accostato a numerose panchine, ma alla fine l’hanno spuntata i Detroit Pistons.

 

Con la franchigia del Michigan, Casey firma un contratto quinquennale, prendendo il posto di un altro allenatore esonerato, Stan Van Gundy, sollevato dall’incarico lo scorso 7 maggio, dopo un quadriennio in cui Detroit ha raggiunto appena una volta la post season, nel 2015-2016, venendo peraltro sconfitta con un netto 4-0 dai Cleveland Cavaliers. 

 

L’ex head coach dei Toronto Raptors non era l’unico nome sul taccuino del general manager Ed Stefanski, che aveva messo gli occhi anche su John Beilein, coach dell’Università del Michigan, e Ime Udoka, assistente di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs. Entrambi, però, partivano sfavoriti rispetto a Casey, forte di un’esperienza tutto sommato proficua in quel di Toronto: cinque qualificazioni ai playoff in sette anni, con una finale di Conference raggiunta nel 2015-2016.

 

Il 61enne nativo di Indianapolis è tra i finalisti per la vittoria del premio di Coach of the Year, insieme a Brad Stevens e Quin Snyder, rispettivamente alla guida di Boston Celtics e Utah Jazz, e si era detto molto soddisfatto dopo aver incontrato la dirigenza dei Detroit Pistons il mese scorso: “Grazie al general manager Ed Stefanski, Detroit è una meta appetibile. Hanno un roster di gran talento, con Blake Griffin, una superstar dalle abilità e dall’intelligenza fuori dal comune, l’All-Star Andre Drummond e Reggie Jackson. Sono messi piuttosto bene”, aveva dichiarato Casey.

 

Parole che avevano fatto pensare ad un possibile approdo a Detroit, ipotesi poi verificatasi: Casey avrà il compito di riportare in alto la franchigia del Michigan, sfruttando al meglio il talento del roster e rendendo nuovamente competitiva la squadra in ottica playoff. Un traguardo non certo semplice, ma la sua esperienza da coach e la coppia Griffin-Drummond lasciano presagire che i Pistons abbiano intenzione di tornare alla post season sin dal prossimo anno.