Dopo aver saltato il finale della regular season e l’intera post season al suo primo anno in quel di Boston, Kyrie Irving (24.4 punti, 3.8 rimbalzi, 5.1 assist e 1.1 palle recuperate per gara col 49,1% al tiro e il 41% da dietro l’arco in 60 presenze in regular season) si appresta a tornare tra i protagonisti della lega nella prossima stagione, in cui i Celtics ritroveranno anche Gordon Hayward e potranno dire la loro in ottica titolo.

 

Reduci da un’annata in cui hanno a lungo dominato la Eastern Conference per poi concluderla al secondo posto alle spalle dei Toronto Raptors con 55 vittorie e 27 sconfitte ed arrivare fino a gara-7 delle Finali di Conference (poi persa con i Cleveland Cavaliers di LeBron James al TD Garden), nonostante le assenze dei due fuoriclasse sopracitati, i Boston Celtics sembrano avere tutte le carte in regola per divenire una contender a tutti gli effetti già dal prossimo anno.

 

Irving e Hayward, di fatto, non hanno mai giocato insieme, eccezion fatta per i primi minuti della prima partita della regular season tra Boston e Cleveland, gara in cui l’ex Utah Jazz si fece male gravemente, ponendo fine alla propria stagione. La coppia non sarà sola, potendo contare anche sui tanti giovani talenti che crescono sempre di più, tra cui Jaylen Brown, Terry Rozier, il rookie Jayson Tatum e, se dovesse restare, Marcus Smart, così come il veterano All-Star Al Horford.

 

Insomma, i Celtics avrebbero già un roster ideale per competere per il titolo, senza dover necessariamente cercare di piazzare un colpo in free agency. A preoccupare, però, sono le indiscrezioni relative all’anno prossimo, in cui Kyrie Irving sarà free agent nel caso in cui non dovesse esercitare la player option che gli permetterebbe di restare nel Massachusetts per un’ulteriore stagione.

 

In questo senso, The Uncle Drew sembra essere il principale obiettivo dei New York Knicks, che sognerebbero una coppia composta dall’ex playmaker dei Cleveland Cavaliers e dal giovane e talentuoso lungo lettone Kristaps Porzingis. Un duo che sulla carta si preannuncia a dir poco impressionante, ma che si potrà formare solo nel caso in cui il classe ‘92 dovesse decidere di salutare i Boston Celtics dopo appena due anni.

 

Un’ipotesi che appare non poco utopistica quella di vedere Irving lontano da Boston, dove ha una squadra giovane e ben assortita, di cui è il principale punto di riferimento, ed allenata da un gran condottiero qual é Brad Stevens, tra i candidati per il prestigioso riconoscimento di Coach of the Year. Il classe ‘92 originario di Melbourne, dunque, non avrebbe apparentemente alcun motivo per lasciare i Celtics, ma il mercato NBA sa sfuggire perfettamente da ogni logica.

 

I New York Knicks, dal canto loro, hanno chiuso un’altra annata senza playoff, l’ennesima stagione in cui le cose non sono andate nel verso giusto. La Grande Mela aspetta da ormai troppo tempo il ritorno tra le grandi della sua franchigia principale e, in quest’ottica, la crescita esponenziale di Porzingis, attualmente ai box per infortunio, e l’arrivo in panchina di coach David Fizdale fanno ben sperare. 

 

A NY, però, manca anche e soprattutto un top player, uno di quei giocatori in grado di rendere ogni squadra in cui gioca una contender o comunque un gruppo capace di fare costantemente buone figure ai playoff: l’ultimo in ordine cronologico visto ai Knicks è Carmelo Anthony, che però non è riuscito a risollevare le sorti della franchigia. 

 

Kyrie Irving, in questo senso, sarebbe il nome ideale per la squadra newyorkese, anche e soprattutto in virtù del fatto che, pur essendo ancora giovane, ha già vinto un titolo NBA da protagonista con i Cleveland Cavaliers, al fianco di LeBron James, e potrebbe tranquillamente prendere in mano le redini del gioco dei Knicks per riportarli in alto.

 

Oltre a ciò, la point guard 26enne si trasferirebbe in una città del calibro di New York, in cui ci metterebbe davvero poco a diventare l’idolo indiscusso dei tifosi e a riportare la franchigia ad alti livelli. Ad oggi, però, tali discorsi lasciano il tempo che trovano, anche perché tutto o quasi dipenderà da come andrà la prossima stagione. Quel che è certo è che la permanenza di Irving ai Boston Celtics è tutt’altro che scontata e, se davvero il numero 11 dei bianco-verdi dovesse andarsene al termine della prossima annata, i Knicks non potrebbero non provare a convincerlo a sposare la loro causa.