I Golden State Warriors hanno recentemente conquistato il loro terzo titolo negli ultimi quattro anni, risultando sempre di più la squadra da battere. Con ben quattro All-Stars in quintetto (Curry, Durant, Green e Thompson), la franchigia californiana sta scrivendo importanti pagine di storia della NBA e non sembra affatto intenzionata a fermarsi sul più bello.

 

L’anno prossimo, infatti, i Warriors saranno ancora una volta la favorita indiscussa per la vittoria del titolo, anche se gli equilibri della lega potrebbero subire l’ennesimo stravolgimento: in questo senso, molto dipenderà dalla scelta di LeBron James. Quel che è certo è che Golden State ha già a disposizione un nucleo sempre più solido e per forza di cose punterà a vincere il terzo anello consecutivo, il quarto in cinque anni. 

 

Oltre ai vari Stephen Curry, Draymond Green, Klay Thompson e Kevin Durant, i Warriors hanno un gruppo ben assortito, che può contare anche su veterani affidabilissimi del calibro degli ex All-Stars Andre Iguodala e David West, ma anche Shaun Livingston e Nick Young. Di questo gruppo avrebbe potuto far parte anche Kobe Bryant, che nel 2016 rifiutò una proposta di Golden State, ritirandosi dal basket giocato dopo vent’anni con un’unica maglia, quella dei Los Angeles Lakers.

 

Bob Myers, general manager della franchigia della Baia dal 2012, infatti, avrebbe proposto a Kobe di tornare sui suoi passi e firmare con Golden State, per far parte di un devastante quintetto con Curry, Thompson, Green e Durant. Per Bryant, già vincitore di un MVP della regular season, due MVP delle Finals e cinque anelli, sarebbe stata una sfida intrigante, ma l’ex Lakers decise di declinare gentilmente la proposta per il legame indissolubile con la sponda gialloviola di Los Angeles.

 

Con due fuoriclasse del calibro di Durant e Bryant in più nel motore, i Warriors avrebbero avuto tutte le carte in regola per avere il miglior quintetto di sempre e, soprattutto, vincere a mani basse un titolo arrivato comunque senza particolari patemi d’animo, con tre sweep consecutivi contro Portland Trail Blazers, Utah Jazz e San Antonio Spurs e un netto 4-1 nelle Finals contro i Cleveland Cavaliers.

 

Kobe, però, alla fine ha deciso di ritirarsi e di non accettare la proposta, scegliendo quasi sicuramente la miglior soluzione possibile per entrambe le parti in causa: se da un lato sarebbe stato spettacolare vederlo in azione per un altro anno ancora a lottare per il titolo insieme a tanti altri fenomeni, dall’altro non avrebbe avuto particolarmente senso che un’icona dei Los Angeles Lakers si ritirasse lontano dalla città che lo ha fatto sentire a casa per vent’anni e che lui ha ricambiato contribuendo alle vittorie di ben cinque titoli.