La free agency NBA è iniziata da poco, ma è già entrata nel vivo. Tra i nomi più chiacchierati del mercato vi è anche e soprattutto quello di Paul George, da mesi accostato ai Los Angeles Lakers e che fino a pochi giorni fa sembrava destinato a lasciare gli Oklahoma City Thunder dopo appena un anno. 

 

Trasferitosi ad OKC dopo aver trascorso ben sette stagioni da leader e principale punto di riferimento degli Indiana Pacers, PG13 ha spiazzato tutti, decidendo di rinnovare il proprio accordo con i Thunder. Il lungo classe ‘90, infatti, ha firmato un quadriennale al massimo salariale da 137 milioni di dollari, ricongiungendosi a Russell Westbrook e Carmelo Anthony (quest’ultimo aveva già  esercitato la player option da 27,9 milioni per restare ad Oklahoma un altro anno).

 

 

Nonostante abbia spesso espresso il proprio desiderio di tornare a casa, in quel di Los Angeles, con i Lakers pronti ad accaparrarselo ed affiancargli stelle del calibro di LeBron James e Kawhi Leonard, alla fine George ha deciso di restare alla corte di coach Billy Donovan e riprovare l’assalto al titolo fallito nella stagione da poco conclusasi. 

 

Il Big Three Westbrook-George-Anthony, infatti, ha deluso e non poco le aspettative, riuscendo a brillare e a trascinare la squadra soltanto in rare occasioni, con i Thunder piazzatisi quinti ad Ovest con lo stesso record del 2016-2017 (45-37) e incapaci di andare oltre il primo turno dei playoff, perdendo per 4-2 al cospetto dei sorprendenti Utah Jazz del rookie Donovan Mitchell e del Difensore dell’anno Rudy Gobert. 

 

Sulle tracce di PG13 c’erano anche gli stessi Jazz, con Mitchell, convinto da Chris Paul e dallo stesso George a candidarsi al Draft 2017, che aveva dichiarato recentemente che avrebbe provato a convincere l’ex Indiana Pacers a sposare il progetto di Utah. La franchigia di Salt Lake City, i Lakers e le altre contender interessate a lui, però, non hanno avuto modo di provare a metterlo sotto contratto, con i Thunder che lo hanno convinto a restare con un’offerta impossibile da rifiutare.