Dopo aver selezionato Mo Bamba con la sesta scelta assoluta al recente Draft, gli Orlando Magic hanno deciso di trattenere il loro talento più cristallino, quello attorno cui si fonda la rinascita della franchigia della Florida, ossia Aaron Gordon, convincendolo a firmare il primo contratto importante della sua carriera, un quadriennale da 84 milioni di dollari.

 

23 anni da compiere il prossimo 16 settembre, Gordon era finito tra i free agents dopo aver disputato i primi quattro  anni della sua carriera di professionista in quel di Orlando, con i Magic che lo avevano chiamato al Draft 2014 con la quarta scelta del primo giro. 

 

Già prima della trade deadline dello scorso febbraio, il talentuoso lungo classe ‘95 nativo di San Jose era stato vicinissimo a lasciare la Florida, salvo poi restare ad Orlando. L’addio ai Magic, però, sembrava soltanto rinviato, anche e soprattutto considerando la sua scadenza contrattuale e l’interessamento di numerose franchigie nei suoi confronti, tra cui gli Indiana Pacers e i Los Angeles Lakers. 

 

 

Le indiscrezioni in merito al suo futuro lasciavano intendere che per rifirmarlo i Magic avrebbero dovuto fare un esborso economico degno di nota, offrendogli il massimo salariale, ma alla fine non è stato necessario svenarsi per trattenere il proprio gioiellino, blindato con un’offerta comunque importante, ma di certo tutt’altro che proibitiva per una squadra che aveva lo spazio salariale per permettersi di rimettere sotto contratto l’ex Arizona Wildcats. 

 

Abile schiacciatore, tanto da essere arrivato secondo alle spalle di Zach LaVine allo Slam Dunk Contest del 13 febbraio 2016 tenutosi in quel di Toronto, saltando sopra la testa della mascotte degli Orlando Magic prima di eseguire una poderosa schiacciata, Gordon si è adattato a giocare come ala piccola ed è migliorato tantissimo sotto vari aspetti, tra cui in particolar modo nel tiro da dietro l’arco, arrivando a segnare 2 triple su 5.9 tentativi a partita (33,6%).

 

Quella conclusasi lo scorso aprile si è rivelata la miglior regular season della carriera di Aaron Gordon, che al suo quarto anno in NBA ha messo a referto medie di 17.6 punti, 7.9 punti, 2.3 assist, 1.0 palle recuperate e 0.8 stoppate, tirando col 43,4% dal campo, seppur giocando soltanto 58 presenze in seguito a problemi fisici, e facendo registrare i propri career highs per medie punti, rimbalzi, assist, palle recuperate, stoppate, impiego (32,9’ a partita) e percentuale dalla lunga distanza.