Una nuova avventura, l’ennesima di una carriera ancora lontana dalla parola fine, attende Vince Carter. Il veterano nativo di Daytona Beach, infatti, ha firmato un contratto annuale al minimo salariale di 2,4 milioni di dollari con gli Atlanta Hawks, l’ottava franchigia in vent’anni per Half-Man/Half-Amazing.

 

Vincitore del Rookie of the Year nel 1999 e dello Slam Dunk Contest nel 2000, il classe ‘77, otto volte All-Star e tra i giocatori più iconici della lega a stelle e strisce nel nuovo millennio, è reduce da un’annata tutt’altro che esaltante ai Sacramento Kings, con la cui maglia ha messo a referto 5.4 punti, 2.6 rimbalzi, 1.2 assist, 0.7 palle recuperate e 0.4 stoppate col 40,3% dal campo e il 34,5% dalla lunga distanza in 58 presenze, di cui appena 5 in quintetto.

 

Tra le prestazioni più importanti e significative della sua annata in California, impossibile non menzionare la prova offerta nel successo per 109-95 dei suoi Sacramento Kings contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James lo scorso 28 dicembre, propiziato da 24 punti, 5 rimbalzi, 3 assist, una palla recuperata e una stoppata con percentuali al tiro a dir poco devastanti (83,3% dal campo con 10/12 e 80% da tre con 4/5) in 30 minuti in uscita dalla panchina.

 

Non meno degni di nota i 12 punti e 8 rimbalzi decisivi per il 106-98 rifilato ai Denver Nuggets il 7 gennaio, i 15 punti con l’83,3% da dietro l’arco (5/6) in casa dei suoi ex Memphis Grizzlies tredici giorni più tardi (ko per 106-88), i 13 punti, 6 rimbalzi e 5 assist e un ottimo 55,6% dal campo (5/9) nella sconfitta casalinga per 110-107 con gli Oklahoma City Thunder il 23 febbraio, i 10 punti e 4 rimbalzi col 100% al tiro (4/4 dal campo e 2/2 dalla lunga distanza) nel ko per 116-99 sul campo dei Portland Trail Blazers il 28 febbraio, i 15 punti nella vittoria per 94-88 in casa contro gli Orlando Magic il 9 aprile e i 12 punti col 62,5% al tiro (5/8) e il 66,7% da tre (2/3) nella sua ultima partita con la maglia dei Sacramento Kings, vinta per 96-83 contro gli Houston Rockets il 13 aprile al Golden 1 Center. 

 

Dopo essersi fatto conoscere in tutto il mondo a suon di prestazioni di altissimo livello nei primi sei anni della sua carriera (1998-2004) con la maglia dei Toronto Raptors, al fianco del suo cugino di terzo grado Tracy McGrady, Vinsanity ha lasciato il segno anche ai New Jersey Nets (2004-2009), ai Dallas Mavericks (2011-2014) e ai Memphis Grizzlies (2014-2017), indossando inoltre le canotte di Orlando Magic (2009-2010) e Phoenix Suns (2010-2011). 

 

Con la scelta di accettare la proposta degli Atlanta Hawks, Carter torna nella Eastern Conference dopo otto anni ad Ovest: 41 anni compiuti lo scorso 26 gennaio, la guardia e ala piccola ha ripartito, sin qui, equamente la propria carriera tra Est ed Ovest, con quattro esperienze nella Western Conference (Phoenix, Dallas, Memphis, Sacramento) ed altrettante nella Eastern Conference (Toronto, New Jersey, Orlando e, appunto, Atlanta).

 

Tra i migliori attaccanti del nuovo millennio, Flying Man ha scelto dunque di ripartire da una squadra in piena ricostruzione, reduce dall’ultimo posto ad Est con appena 24 vittorie e ben 58 sconfitte. Alla Philips Arena, il giocatore più longevo della lega proverà a giocarsi le proprie carte e ad interpretare, come sin qui ha sempre fatto, al meglio il ruolo di chioccia per i tanti giovani talenti presenti nel roster guidato da coach Lloyd Pierce, in primis la recente scelta al Draft Trae Young, che non era nemmeno nato quando, sempre al Draft, ma nel 1998, i Golden State Warriors selezionarono Vince Carter, per poi cederlo ai Toronto Raptors.