Dopo aver concluso la scorsa stagione con la maglia dei Miami Heat, la squadra con cui ha iniziato la sua carriera in NBA e con cui ha vinto tutto ciò che un giocatore di basket possa desiderare, Dwyane Wade non ha ancora comunicato la decisione sul proprio futuro, tenendo sulle spine i tifosi della franchigia della Florida e non solo.

 

Selezionato con la quinta scelta assoluta al Draft 2003, il classe ‘82 si è sin da subito imposto nella lega come una delle migliori guardie tiratrici dell’epoca contemporanea e non solo, anche e soprattutto in virtù di un atletismo e di uno strapotere fisico fuori dalla norma che gli hanno permesso di bruciare le tappe e diventare in men che non si dica uno dei giocatori più affidabili e dotati del panorama cestistico a stelle e strisce.

 

Alla sua terza stagione da professionista, infatti, Wade si laurea già campione NBA ed MVP delle Finals al fianco di Shaquille O’Neal, trascinando i suoi Miami Heat al successo in rimonta contro i  Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki (da 2-0 a 4-2). Nell’estate 2010, poi, si uniscono a lui LeBron James e Chris Bosh, al cui fianco, nel quadriennio 2010-2014, si aggiudica altri due anelli: nel 2012, battendo per 4-1 gli Oklahoma City Thunder, e nel 2013, imponendosi per 4-3 sui San Antonio Spurs. 

 

Dopo aver disputato la stagione 2016-2017 con tanti bassi e pochi alti con la franchigia della sua città natale, i Chicago Bulls, Wade ha tentato di ricreare, assieme a LeBron James, una Miami 2.0 in quel di Cleveland, ma ai Cavaliers le cose non sono andate benissimo, con il 36enne che prima ha perso il posto da titolare in favore di J.R. Smith e poi è stato scambiato ai Miami Heat lo scorso febbraio.

 

In Florida, Wade ha dimostrato di avere ancora tanto da dare alla NBA, di essere pienamente in grado di caricarsi il peso della squadra sulle proprie spalle e di dire la sua anche ai playoff e nelle situazioni più complicate e particolari. Ciò nonostante, il dodici volte All-Star potrebbe anche decidere di prendere in considerazione l’allettante offerta dei Zhejiang Golden Bulls (triennale da 25 milioni di dollari) o ritirarsi definitivamente.

 

In merito al proprio futuro, D-Wade si è così recentemente espresso: “A tempo debito saprete quale sarà la mia decisione per la prossima stagione, il tempo è tutto e chiarirà ogni dubbio. Tornare a Miami lo scorso febbraio è stato fondamentale per ritrovare il mio ambiente, ma anche per la mia famiglia. La sconfitta con Philadelphia al primo turno di playoff mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma al contempo sono consapevole di poter ancora giocare il mio basket da protagonista, magari sotto il ferro”.

 

Il miglior marcatore della storia dei Miami Heat è stato interpellato anche per ciò che concerne la recente trade tra Toronto Raptors e San Antonio Spurs (Kawhi Leonard e Danny Green ai primi, DeMar DeRozan, Jakob Poeltl e una prima scelta del Draft 2019 ai secondi), che ha fatto molto rumore anche e soprattutto in virtù della clamorosa partenza di DeMar DeRozan dal Canada: “Questo mondo è un business, non c’è lealtà in NBA, per cui non bisogna attendersela né da un giocatore né da una franchigia. Ognuno fa i propri interessi, ma non si tratta di un torto subito o di pugnalate alle spalle. Piuttosto, in maniera professionale, chiunque agisce nella maniera che ritiene più opportuna”. 

 

Wade, infine, ha detto la sua sulla nuova avventura del suo amico fraterno LeBron James, trasferitosi ai Los Angeles Lakers ad inizio free agency dopo aver deciso di non esercitare la player option con i Cleveland Cavaliers: “Non credo sia scontato che LeBron avrà problemi ad adattarsi ad un contesto nuovo, al fianco di tanti veterani dalla forte personalità. Non si può mai dire cosa accadrà, anche perché quando ci si aspetta che un gruppo sia inadatto le cose vanno bene, o viceversa. LeBron, inoltre, potrà contare sull’apporto di Rondo.”