Tra i più grandi giocatori della storia del basket NBA, non si può non menzionare Tracy McGrady, che ha raccolto molto meno di quello che avrebbe potuto nel corso della sua carriera, riuscendo comunque a lasciare un segno indelebile nella storia della pallacanestro a stelle e strisce, pur essendo uno dei più grandi “What If” della storia della NBA stessa, con i problemi fisici che lo hanno più volte falcidiato, soprattutto negli anni trascorsi con la maglia degli Houston Rockets.

 

I tanti, troppi infortuni ne hanno condizionato la continuità d’impiego e di rendimento, limitandolo vistosamente negli anni migliori della sua carriera e consentendogli raramente di esprimersi al massimo del suo potenziale. Ciononostante, McGrady non può certo dirsi insoddisfatto di quanto ottenuto in carriera: due volte miglior scorer della lega (32.1 punti nel 2002-2003 e 28 punti la stagione successiva con gli Orlando Magic), altrettante volte dei playoff (33.8 punti nel 2000-2001 e 30.8 l’anno seguente), sette volte All-Star e vincitore del premio di Most Improved Player nel 2001.

 

Indimenticabile la sua prestazione storica nel successo per 81-80 dei suoi Houston Rockets contro i San Antonio Spurs in una gara di regular season il 9 dicembre 2004: 13 punti negli ultimi 35 secondi di gioco, che propiziarono la rimonta dei Razzi dal 75-68 per gli Speroni all’81-80 in favore dei padroni di casa al Toyota Center.

 

L’autore di una delle più grandi e memorabili prestazioni individuali di sempre ha parlato delle possibilità che avrebbe nella NBA moderna un giocatore che ha fronteggiato alcuni dei più grandi campioni di sempre: “Penso che se giocassi oggi in NBA segnerei facilmente 35-40 punti a partita. Facilmente. Del resto, ne ho fatti 32 senza tirare così tanto da tre come si tende a fare oggi.”, ha dichiarato T-Mac, mostrandosi dunque piuttosto sicuro del fatto che, nonostante i tanti cambiamenti della lega negli ultimi anni, riuscirebbe a fare la differenza anche un decennio più tardi.