La stagione degli Oklahoma City Thunder è iniziata nel peggiore dei modi, con ben quattro sconfitte in altrettante gare disputate: dopo il ko con i Golden State Warriors campioni in carica nell’opening night (108-100) e quello con i Los Angeles Clippers (108-92), OKC ha ritrovato la propria punta di diamante Russell Westbrook, ma ciò non è bastato ad evitare i pesanti ko con i modesti Sacramento Kings (131-120) e i Boston Celtics (101-95).

 

In quest’ultima partita, i Thunder conducevano 94-85 a poco più di quattro minuti dalla sirena, sprecando un consistente vantaggio di ben nove punti in seguito a un parziale di 16-1 in favore dei Celtics. Un campanello d’allarme piuttosto significativo per la squadra guidata da coach Billy Donovan, reduce da un’estate piuttosto particolare.

 

Dopo l’eliminazione al primo turno degli scorsi playoff contro gli Utah Jazz (4-2), la seconda consecutiva dopo quella con gli Houston Rockets nel 2017 (4-1), infatti, Oklahoma ha deciso di liberarsi di Carmelo Anthony, ceduto agli Atlanta Hawks in cambio di Dennis Schröder e successivamente accordatosi con i Rockets per un anno, ed ha rinnovato al massimo salariale Paul George, ingaggiando anche Nerlens Noel come backup di Steven Adams.

 

L’inizio stagionale decisamente sottotono lascia presagire un’altra annata priva di consolazioni per i Thunder, ma Russell Westbrook – che ha messo a referto 13 punti, 15 rimbalzi e 8 assist con appena il 20% dal campo (5/20) e lo 0% da tre (0/5) – non è della stessa idea. L’MVP del 2017, infatti, ha rassicurato tutti circa le possibilità della sua squadra: “Non c’è motivo di essere preoccupati. Certo, non abbiamo cominciato la stagione come avremmo voluto, ma sono sicuro che troveremo la soluzione e faremo bene.”

 

30 anni da compiere il prossimo 12 novembre, il nativo di Long Beach si è recentemente operato per la quarta volta al ginocchio, saltando l’intera preseason e le prime due gare di regular season, per poi far registrare medie di 22.5 punti, 13.5 rimbalzi e 8 assist col 42% al tiro e un pessimo 9,1% da dietro l’arco in due presenze stagionali.