Due giorni fa, Luka Doncic ha avuto modo di affrontare per la prima volta nel corso della sua carriera da professionista LeBron James, realizzando il suo grande sogno di incontrare quello che è un idolo di tanti giovani cestisti sparsi per il mondo, nonché indubbiamente uno dei giocatori più iconici e forti di sempre.

 

Selezionato con la terza scelta assoluta al primo giro dello scorso Draft dagli Atlanta Hawks ed immediatamente scambiato ai Dallas Mavericks per Trae Young (quinta scelta al primo turno), il talentuoso sloveno ex Real Madrid si sta adattando molto bene ad una realtà tanto affascinante quanto complicata qual è quella della NBA, tanto da risultare uno degli elementi di spicco degli intriganti Mavs.

 

Il classe ‘99 ha messo a referto 14 punti, 5 rimbalzi, 7 assist e una palla recuperata col 45,5% al tiro (5/11) e il 50% da dietro l’arco (3/6) in 28’, realizzando anche il canestro del momentaneo 113-113 nel finale, poco prima che LeBron James segnasse un tiro libero decisivo per il definitivo sorpasso dei suoi Lakers, capaci di imporsi per 114-113 allo Staples Center. 

 

LBJ, che ha chiuso a quota 29 punti, 5 rimbalzi, 6 assist e 3 palle recuperate col 58% dal campo (11/19) e il 66,7% da tre (2/3), ha regalato la propria canotta al talento 19enne dei Dallas Mavericks, con tanto di dedica recante la scritta “Prosegui lungo la tua strada verso il successo”, realizzando così il sogno della giovane ala slovena e mantenendo la promessa fattagli ad inizio partita.

 

Al termine della gara, Doncic è corso immediatamente negli spogliatoi per ricevere la tanto attesa maglia di LeBron ed ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni dei giornalisti presenti, esternando la sua incontenibile gioia: “Era da tempo che sognavo di avere la sua maglia, aspettavo questa partita con ansia. Per me è qualcosa davvero speciale.”

 

Oltre alla maglia, Doncic ha potuto stringere per la prima volta la mano a The King e sfidarlo nella suggestiva cornice dello Staples Center. Lo stesso LeBron si era espresso in maniera molto positiva circa il rookie sloveno prima della partita: “È sempre stato protagonista in contesti piuttosto competitivi da quando aveva appena quindici anni, questo dimostra che i ragazzi europei crescano più in fretta dei nostri connazionali. Il palcoscenico della NBA non lo spaventa affatto, è normale. Anche Cedi Osman l’anno scorso era un rookie, ma in realtà era molto più preparato di tanti giocatori più esperti di lui, grazie anche e soprattutto ai tanti anni trascorsi in Europa.”