La stagione degli Houston Rockets è iniziata abbastanza in salita, con sette sconfitte nelle prime dodici uscite stagionali: un autentico campanello d’allarme per una squadra che l’anno scorso era stata in grado di chiudere la regular season al primo posto ad Ovest col miglior record della sua storia (ben 65 vittorie ed appena 17 sconfitte).

 

Ciononostante, la franchigia texana ha sicuramente i mezzi necessari per risalire la china e lo ha dimostrato nel recente successo interno per 115-103 contro gli Indiana Pacers, il primo tra le mura amiche per Harden e soci. Tra i giocatori che si sono maggiormente in evidenza in quest’avvio di stagione regolare, una delle sorprese più positive è Gary Clark jr., che sta avendo sempre maggiore fiducia da parte di coach D’Antoni.

 

Classe ‘94, Clark è approdato ai Rockets la scorsa estate, dopo essersi candidato al Draft senza essere selezionato da nessuna squadra. Protagonista di quattro ottime stagioni al college a Cincinnati, con medie di 12.9 punti, 8.7 rimbalzi, 2.1 assist, 1.4 palle recuperate e 1.2 stoppate col 52,6% al tiro e il 43,5% da dietro l’arco al suo ultimo anno, il nativo di Smithfield ha vinto due volte il premio di Difensore dell’anno dell’American Athletic Conference e una volta quello di Miglior giocatore.

 

Pur avendo un curriculum collegiale di tutto rispetto, sembrava difficile, se non impossibile, potesse trovare spazio nelle rotazioni di D’Antoni sin da subito, anche perché i Rockets sono una delle contender in cui è difficile per un giocatore alle prime armi trovare continuità d’impiego. Dopo essere sceso in campo per pochi minuti nelle gare perse con New Orleans Pelicans, Los Angeles Clippers e Utah Jazz, il rookie ha trovato la sua prima vera chance nel rematch con i Clippers, facendo registrare 6 punti e 2 rimbalzi in 11’ col 40% da dietro l’arco (2/5).

 

Nella partita persa contro i Portland Trail Blazers, quindi, Clark scende in campo in 19’, trovando il modo di mettere a referto 11 punti, 4 rimbalzi, un assist e una stoppata col 44% dal campo (4/9) e il 43% da tre (3/7), per poi rendersi autore di 6 punti, 7 rimbalzi, un assist, una palla recuperata e una stoppata in 21’ col 33% dalla lunga distanza (2/6) nel match vinto contro i Chicago Bulls e di 6 punti, 6 rimbalzi, 2 palle recuperate e 3 stoppate in 23’ con 3/3 dalla lunetta nel successo con gli Indiana Pacers.

 

Nelle ultime tre gare, Clark è sceso in campo ben 82’, per una media di 27.3 minuti per partita, totalizzandone 27’ contro gli Oklahoma City Thunder (3 punti, 4 rimbalzi e una stoppata), 23’ con i San Antonio Spurs (8 punti, 2 rimbalzi e una palla recuperata col 75% al tiro e il 67% da tre) e ben 32’ contro gli Indiana Pacers, match in cui ha fatto registrare 6 punti, 8 rimbalzi, un assist, una palla recuperata e una stoppata col 40% dal campo (2/5).

 

Anche e soprattutto in virtù delle numerose indisponibilità con cui devono fare i conti i Rockets (nelle ultime due partite era out Carmelo Anthony, ieri Green non ha giocato e Gordon è rientrato da poco dopo aver saltato tre partite di fila), Clark ha trovato sempre più spazio nelle rotazioni di D’Antoni, convincendo quest’ultimo a suon di prestazioni più che positive.

 

Al di là delle stats, comunque abbastanza rilevanti per un giocatore al suo primo anno in una delle migliori squadre della lega, ciò che sorprende particolarmente del prodotto di Cincinnati è l’atteggiamento con cui il ragazzo originario della North Carolina si è calato nel contesto, mettendo in mostra un’elevata dose di energia e grinta su entrambi i lati del campo.

 

Nonostante non sia un colosso dal punto di vista fisico (circa 2,03 metri per 102 kg), infatti, il classe ‘94 è un difensore molto esperto e intelligente e capace di reggere il confronto anche con giocatori più massicci di lui, riuscendo a farsi valere sia sul perimetro che nel pitturato. Oltre a ciò, Clark è anche un pericoloso tiratore, aspetto da non sottovalutare in un sistema come quello dei Rockets, basato principalmente proprio sulle conclusioni da dietro l’arco. 

 

Attualmente sotto contratto con Houston con un two-way contract, essendo a disposizione anche dei Rio Grande Valley Vipers, franchigia di G League affiliata ai Rockets, se dovesse continuare su questa strada, Clark potrebbe essere confermato dai texani e diventare parte integrante delle rotazioni di D’Antoni. Se ciò appariva alquanto improbabile, o comunque piuttosto complicato, poche settimane fa, ora è un’ipotesi più che realistica.