Come ormai noto, Carmelo Anthony non è più un giocatore degli Houston Rockets, pur restando formalmente all’interno del roster della franchigia texana, in attesa di essere scambiato o tagliato. Approdato in Texas la scorsa estate con un contratto annuale al minimo salariale, Melo non è riuscito ad affermarsi alla corte di Mike D’Antoni, tant’è che la sua avventura con i Rockets si conclude dopo circa tre mesi.

 

Sceso in campo in appena dieci occasioni, con medie di 13.4 punti, 5.4 rimbalzi, 0.5 assist, 0.4 palle recuperate e 0.7 stoppate per gara col 40,5% al tiro e il 33% da tre in 29,4’’ a partita, Anthony è già accostato a numerose squadre, tra cui i Los Angeles Lakers e, soprattutto, i Miami Heat, dove giocano rispettivamente LeBron James e Dwyane Wade, suoi grandissimi amici da anni.

 

34 anni compiuti lo scorso 29 maggio, il nativo di Brooklyn potrebbe anche trasferirsi ai New Orleans Pelicans, ai Portland Trail Blazers o, ipotesi alquanto affascinante ma al momento infondata, ai Golden State Warriors. Non sembrano essere in lizza per lui, invece, i Boston Celtics, nonostante Irving abbia recentemente affermato che i suoi abbiano bisogno di un veterano con 15 anni di esperienza nella lega (Melo ha debuttato in NBA nel 2003).

 

Il suo rapporto con coach Mike D’Antoni non è mai stato dei migliori, tant’è che quest’ultimo si dimise dai New York Knicks proprio in seguito ad incomprensioni con il 34enne dieci volte All-Star. La perdita di ulteriori minuti in favore del rookie Gary Clark jr. non sarebbe andata giù a Melo, già costretto a partire dalla panchina per la prima volta nel corso della sua carriera, dopo 1054 gare consecutive da titolare: in 1064 partite in NBA tra Nuggets, Knicks, Thunder e, appunto, Rockets, Anthony è partito 1056 volte in quintetto. 

 

“La scorsa estate abbiamo provato a fare un home run, ma non ha funzionato. Carmelo è stato molto disponibile, ho ammirato la sua dedizione nell’accettare il suo ruolo. Si è rivelato un grande professionista, vi garantisco che ha fatto di tutto per rendersi utile per la squadra, facendo tutti i sacrifici necessari, ma le cose non sono andate nel verso giusto.”, ha dichiarato Mike D’Antoni in merito alla separazione tra i suoi Rockets e Carmelo Anthony.

 

MDA ha poi concluso: “Riconosco che non è giusto nei confronti di un futuro Hall of Famer imporgli un ruolo che non può competergli. Ci abbiamo provato anche noi a far andare bene le cose, ma purtroppo non ci siamo riusciti ed ora non dobbiamo fare altro che voltare pagina.”