Avvio di regular season più che positivo per i Los Angeles Clippers, attualmente appaiati al quinto posto ad Ovest con nove vittorie e cinque sconfitte in quattordici gare. La squadra di coach Doc Rivers è reduce da un’annata piuttosto negativa, in cui si sono fatti sentire gli addii di Chris Paul prima e Blake Griffin poi, oltre ai numerosi infortuni che hanno vistosamente limitato l’impiego di tanti giocatori chiave.

 

La scorsa estate, dunque, i Clippers sembravano destinati a ripartire da zero o quasi, anche e soprattutto in virtù dell’addio del terzo ed ultimo componente rimasto del Big Three con CP3 e Donkey Kong, ossia DeAndre Jordan, messo sotto contratto dai Dallas Mavericks. Ciononostante, il ritorno dagli infortuni di giocatori quali Gallinari, Beverley e Teodosic e la permanenza di due pedine fondamentali del calibro di Tobias Harris e Lou Williams hanno permesso alla franchigia californiana di continuare a dire la sua.

 

Ai sopracitati vanno aggiunte alcune sorprese degne di essere menzionate, tra cui in particolar modo il rookie Shai Gilgeous-Alexander, selezionato con la dodicesima scelta assoluta allo scorso Draft, e il giovane lungo Montrezl Harrell. Il primo ha iniziato la stagione dalla panchina, per poi essere promosso in quintetto dopo aver messo in mostra grandissime qualità, sia per ciò che concerne l’aspetto tecnico che per quanto riguarda la personalità e l’impatto emotivo sulle partite.

 

Classe ‘98, il prodotto di Kentucky è diventato titolare dopo essere uscito dalla panchina nelle sue prime nove gare in NBA, concluse con medie di 8.2 punti, 2.9 rimbalzi e 3.1 assist col 45,6% al tiro e il 37.5% da dietro l’arco in circa 25’ per gara. In quintetto, il nativo di Toronto ha trovato modo di mettere a referto il suo career high per punti in NBA (19, contro i Portland Trail Blazers) e stoppate (3, contro i Milwaukee Bucks).

 

Con un giocatore del genere, ancora molto giovane e con ampi margini di miglioramento, ma al contempo già pronto per dire la sua in NBA, i Clippers hanno grandi speranze per il futuro. Del resto, Gilgeous-Alexander non è l’unico talento intrigante a disposizione di Doc Rivers: in questo senso, infatti, non può passare inosservata l’esponenziale crescita di Montrezl Harrell.

 

Arrivato dagli Houston Rockets nell’ambito della trade che ha portato Chris Paul in Texas, il lungo classe ‘94, selezionato con la seconda scelta al secondo giro del Draft 2015, è esploso nella prima parte della regular season attualmente in corso, dopo aver chiuso la scorsa stagione con medie di 11 punti, 4 rimbalzi, un assist e 0.7 stoppate col 63,5% dal campo in 76 partite, di cui appena 3 da titolare, con un minutaggio medio di 17’ a gara. 

 

Nettamente superiori le medie fatte registrare nelle prime 14 partite della stagione attuale: per lui, infatti, ben 14.5 punti, 6.4 rimbalzi, 1.6 assist, 0.9 palle recuperate e 1.9 stoppate col 68% al tiro in 23,6’’ per gara. Oltre a ciò, Harrell ha già fatto centrare il suo nuovo career high per punti, mettendone a referto ben 30 proprio contro i suoi ex Houston Rockets, per poi ripetersi contro i Milwaukee Bucks (28) e i Golden State Warriors (26): in tutte e tre le gare, i Clippers hanno vinto.

 

Insomma, se è vero che per la squadra di Doc Rivers resta ancora piuttosto lungo il percorso da compiere per tornare ad alti livelli, anche perché le assenze di All-Star del calibro di Paul e Griffin non possono non farsi sentire, è pur vero che chi sosteneva che per i Clippers si fosse aperta un’era di ricostruzione totale o semi totale è stato seccamente smentito dai fatti.

 

Doc Rivers, del resto, è uno di quegli allenatori abituato a tirare fuori il meglio dai propri giocatori, e non ci ha messo molto a mettere a proprio agio due giovanissimi talenti del calibro di Harrell e Gilgeous-Alexander e reintegrando abilmente i ritrovati Beverley e Gallinari. Altro grande lusso che i Clippers possono permettersi è quello di avere un giocatore del calibro di Lou Williams in uscita dalla panchina.

 

Il detentore del premio di Sesto uomo dell’anno, infatti, è un titolare aggiunto, autentica arma letale che ogni squadra della lega vorrebbe nel proprio roster, per la sua geniale capacità di cambiare le partite ed avere un impatto incredibile sull’andamento dei suoi, anche e soprattutto nei momenti che contano (basti guardare il canestro con cui ha deciso la sfida interna con i Bucks la scorsa settimana).

 

Quanto sopracitato è solo una parte di ciò su cui i Clippers possono contare. Di certo, non basterà per lottare per obiettivi altamente importanti, ma per guadagnarsi un posto ai playoff appare più che sufficiente. Oltre a ciò, non bisogna sottovalutare il fatto che la squadra californiana avrà la possibilità di mettere a segno un colpo da Oscar nella prossima free agency, ingaggiando un pezzo da novanta (Kawhi Leonard e Kevin Durant i principali indiziati): rebuilding a chi?