La stagione è appena iniziata, ma quanto visto sinora basta e avanza per inserire nell’elenco delle squadre più deludenti i Washington Wizards, anche e soprattutto alla luce delle premesse decisamente migliori e delle elevate aspettative che in molti avevano riposto in una squadra protagonista di numerose entrate degne di nota la scorsa estate.

 

Dopo una regular season conclusa soltanto all’ottavo posto (43-39) e un’eliminazione al primo turno dei playoff contro i Toronto Raptors (4-2), infatti, la franchigia della capitale a stelle e strisce ha deciso di intervenire sul mercato per inserire altri tasselli di rilievo al fianco del duo Wall-Beal, rinforzando la second unit con gli innesti di Jeff Green e Austin Rivers e sostituendo Marcin Gortat con Dwight Howard.

 

Se c’era chi riteneva che i Wizards potessero recitare un ruolo di primo piano nella Eastern Conference e che avessero le carte in regola per giocarsela con le varie Boston Celtics, Toronto Raptors, Philadelphia Sixers, Milwaukee Bucks e Indiana Pacers, però, c’era anche chi storceva il naso, facendo leva sul fatto che lo spogliatoio di Washington fosse una polveriera pronta a saltare in aria ben prima dell’arrivo di Howard.

 

Aggiungere un’altra testa calda qual è l’ex Magic, Lakers, Rockets, Hawks e Hornets a uno spogliatoio in cui tensioni e scontri tra i propri componenti sono all’ordine del giorno, dunque, non sembra essere stata la scelta migliore da parte del front office dei Maghi, il cui esperimento appare inevitabilmente destinato a fallire, con i Wizards che stanno facendo addirittura peggio di quanto prevedeva chi sosteneva che le cose non sarebbero andate nel verso giusto.

 

L’avvio da appena 5 vittorie e ben 11 sconfitte, del resto, è il peggiore dal 2016-2017, anche se a onor del vero dal disastroso inizio di quattro anni fa (6-11, molto simile a quello attuale), i Wizards si ripresero alla grande, facendo registrare ben 43 vittorie ed appena 22 sconfitte nelle successive 65 gare tra dicembre e aprile, riuscendo così a piazzarsi al quarto posto con 49 partite vinte e 33 perse.

 

Non tutto sembrerebbe perso, dunque, ma rispetto a due anni fa tante cose sono cambiate in quel di Washington: in primis, la chimica di squadra è decisamente peggiorata, con i rapporti tra le due stelle della franchigia, John Wall e Bradley Beal, che non sono affatto dei migliori. Già lo scorso anno, infatti, i due si sono pizzicati a più riprese, ma anche con altri elementi della squadra non pare esservi particolare affetto.

 

Esempio ideale, in questo senso, è il caso dello scambio di battute tra Gortat e Wall, con quest’ultimo che si mostrò particolarmente risentito quando, lo scorso febbraio, il centro polacco elogiò il proprio gruppo per le sei vittorie in otto gare senza la point guard classe ‘90, out per infortunio, sottolineando un tweet la grande vittoria di “squadra”. Piuttosto che spegnere il fuoco, il prodotto di Kentucky aizzò le polemiche, lanciando una frecciatina nemmeno troppo velata all’ex Magic e Suns: “Sono rimasto sorpreso del suo tweet, visto che ogni canestro che fa è frutto dei miei assist”.

 

Dopo qualche mese, Gortat è stato ceduto ai Los Angeles Clippers in cambio di Austin Rivers, un altro giocatore che nello spogliatoio dei Wizards rischia di essere più un danno che un bene. Apprendere di liti interne tra i giocatori di Washington ormai non rappresenta più una clamorosa novità, ma semplice routine. Recentemente, Wall avrebbe avuto uno scontro con coach Scott Brooks, mandandolo letteralmente a quel paese.

 

Vista la situazione a dir poco negativa e l’atmosfera pesante nella capitale, il front office dei Wizards avrebbe quindi deciso di prendere una decisione drastica: tutti in vendita, nessuno escluso, nemmeno Wall e Beal, con quest’ultimo che in allenamento si sarebbe sfogato per gli scarsi risultati, per ricostruire la squadra e puntare a tornare competitivi dal prossimo anno. Washington, dunque, ascolterà offerte anche per i suoi due giocatori di punta, selezionati rispettivamente con la prima scelta al Draft 2010 e con la terza a quello di due anni dopo.

 

Nell’estate 2017, Wall ha firmato un’estensione contrattuale da ben 170 milioni di dollari per quattro anni, con opzione giocatore da quasi 47 milioni per il 2022-2023, dopo aver chiuso la regular season 2016-2017 con medie di 19.9 punti, 4.9 rimbalzi, 10.2 assist e 1,9 palle recuperate col 42% al tiro in 77 presenze.

 

Beal, dal canto suo, ha firmato un quinquennale da 127 milioni di dollari nella stessa estate, dopo aver messo a referto 17.4 punti, 3.4 rimbalzi, 2.9 assist e una palla recuperata col 45% dal campo e il 39% da dietro l’arco in 55 presenze nel 2015-2016.

 

Sul payroll dei Wizards, però, spiccano anche i nomi di Otto Porter e Ian Mahinmi, a libro paga, rispettivamente, per 81,5 milioni di dollari fino al 2021 e 31,3 milioni fino al 2020, per un totale di ulteriori 112-113 milioni, che non fanno altro che aumentare gli squilibri in un monte salari a dir poco ingolfato dai quattro contratti sopracitati.

 

Diverranno free agents la prossima estate, invece, Austin Rivers (12,6), Markieff Morris (8,6), Jason Smith (5,4), Kelly Oubre jr. (3,2), Tomas Satoransky (3,1), Jeff Green (2,3) e Thomas Bryant (1,3), mentre Dwight Howard percepisce 5,3 milioni e ha una player option da 5,6 milioni per il prossimo anno.