Nonostante abbiano iniziato benissimo la regular season attualmente in corso e siano in vetta alla Eastern Conference con un record di 23 vittorie e 7 sconfitte, il migliore della lega, Danny Green ritiene che i Toronto Raptors debbano ancora farne di strada per essere considerati i migliori di tutti.

“Abbiamo il miglior record della lega ma credo che non siamo ancora la squadra migliore della lega o della Eastern Conference. Per diventarlo dobbiamo imparare a essere più maturi e ad affrontare tutte le partite con l’approccio giusto.”, ha dichiarato l’ex San Antonio Spurs, arrivato la scorsa estate in Canada assieme a Kawhi Leonard, con DeMar DeRozan e Jakob Poeltl che hanno compiuto il percorso inverso.

Impiegato da titolare in tutte e 30 le gare disputate sin qui dai suoi Raptors, Green sta viaggiando a medie di 9.6 punti, 4 rimbalzi, 1.4 assist e 0.9 palle recuperate col 45% al tiro e il 41,5% da dietro l’arco, facendo registrare dunque la sua miglior annata dal 2014-2015 ad oggi.

Già campione NBA con i San Antonio Spurs nel 2014, in seguito al successo per 4-1 coi Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh nelle Finals, chiuse a medie di 9.2 punti, 2 rimbalzi, 1.2 assist e 2 palle recuperate col 53% dal campo e il 45% da tre, Green ha messo anche in evidenza il fatto che quest’anno a Est la concorrenza sia ancor più spietata.

“Abbiamo ancora bisogno di lavorare per migliorare ulteriormente, nulla ci verrà regalato. Milwaukee ha iniziato molto bene e aggiunto un buon innesto, George Hill, Boston è una grande squadra e sta ritrovando certezze con i ritorni degli infortunati e anche Philadelphia e Indiana possono dire la loro. Ci sono tantissime squadre a Est che diventano sempre più competitive.”, ha detto il classe ’91 nativo di North Babylon.

Nelle Finals 2013, perse per 4-3 dagli Speroni contro i Miami Heat, Green risultò l’arma in più per la squadra di coach Gregg Popovich in uscita dalla panchina e stabilì il record per il maggior numero di triple segnate in una serie delle Finals (27, traguardo poi battuto da Stephen Curry nel 2016). Il prodotto di North Carolina, dunque, sa benissimo cosa i suoi dovranno e non dovranno fare per poter competere per un obiettivo tanto importante.