Sin da quando è stato selezionato con la seconda scelta assoluta al Draft 2016 dai Los Angeles Lakers, Brandon Ingram è stato ricoperto di aspettative a dir poco elevate, non riuscendo quasi mai a rispettare le attese sul campo e, soprattutto, a dimostrare di essere degno di una scelta tanto alta. Il classe ’97, infatti, ha sì indubbiamente mostrare di avere un ottimo potenziale, ma non è ancora riuscito a trovare la continuità di rendimento che gli permetterebbe di affermarsi una volta per tutte.

LeBron James, approdato ai Lakers la scorsa estate, sembrava aver individuato in Ingram il giovane talento con maggior margine di crescita tra le file dei gialloviola, spendendo parole al miele per il prodotto di Duke e prevedendo un futuro roseo per lui. Attualmente out per infortunio, Ingram viaggia a medie di 15.2 punti, 4 rimbalzi e 2.2 assist col 47% al tiro e il 32% da tre in 20 presenze e potrebbe aver perso il posto in quintetto in favore di Kyle Kuzma.

Quest’ultimo, infatti, sta facendo vedere ottime cose e sembra essere avanti rispetto al suo compagno di squadra, non soltanto per ciò che concerne le prestazioni, ma anche e soprattutto per quanto riguarda la personalità e il carattere sul parquet. Con 18.1 punti, 5.6 rimbalzi e 2.2 assist col 48,5% dal campo e il 31% da tre in 30 presenze, infatti, la ventisettesima scelta del Draft 2017 sembra ormai pronto per indossare i panni del secondo violino.

Se lo scenario sopra descritto dovesse tramutarsi in realtà, cosa toccherebbe a Ingram? Il nativo di Kinston potrebbe ricoprire i panni del Sesto uomo, un ruolo che potrebbe aiutarlo a trovare più fiducia nelle proprie potenzialità e a prendersi maggior responsabilità, ma potrebbe anche divenire oggetto di scambio per favorire l’approdo di un giocatore di livello alla corte di Luke Walton.

In questo senso, infatti, i Lakers potrebbero decidere di sacrificare il classe ’97 per puntare su un All-Star che possa far sì che i gialloviola non dipendano in gran parte da LeBron James. Insomma, se Ingram fino a poco fa sembrava incedibile, ora appare tutt’altro che indispensabile, soprattutto se la sua partenza dovesse servire a portare a casa un giocatore in grado di spostare gli equilibri.