Il futuro di Anthony Davis è uno dei temi principali in casa New Orleans Pelicans e non solo. Il classe ’93, da molti ritenuto il migliore nel suo ruolo nonché un Top-5 nella lega, ha ancora tre anni di contratto a 81,3 milioni di dollari con la franchigia della Louisiana, con player option per la stagione 2020-2021.

Lo scorso anno, i Pelicans hanno raggiunto il miglior risultato da quando hanno ingaggiato Davis, piazzandosi al sesto posto a Ovest (48-34) ed arrivando fino alle semifinali di Conference, arrendendosi soltanto al cospetto dei futuri campioni dei Golden State Warriors (4-1), dopo aver rifilato un sonoro sweep ai Portland Trail Blazers di Lillard e McCollum. 

La squadra pareva aver trovato la propria dimensione ideale con il playmaking di Rajon Rondo, l’abilità su entrambi i lati del campo di Jrue Holiday e l’esplosività del duo Anthony Davis-DeMarcus Cousins, la coppia di lunghi più devastante della lega. Gli addii estivi di Rondo e Cousins, passati rispettivamente ai Lakers e ai Warriors da free agents, però, hanno cambiato le carte in tavola nel giro di pochi mesi.

New Orleans, infatti, ha cercato di rimediare ingaggiando Elfrid Payton e Julius Randle. Dopo un’ottima partenza (4-0), però, la squadra guidata da coach Alvin Gentry ha perso sette delle successive dieci gare e fatica a trovare continuità, essendo attualmente reduce da nove ko in diciassette partite.

Una situazione a dir poco complicata, soprattutto se si considera che quest’anno la lotta per i playoff a Ovest è più combattuta che mai. Esclusi i Phoenix Suns – ultimi col peggior record della lega (7-24, lo stesso dei Chicago Bulls) – le altre quattordici squadre hanno dimostrato di poter dire la loro in ottica post season, Pelicans compresi. Questi ultimi, però, dovranno ben presto trovare la continuità necessaria, anche perché il solo Davis non può bastare a ottenere risultati degni di nota.

The Brow, prima scelta assoluta del Draft 2012, è uno dei giocatori più ambiti della lega e con ogni probabilità non eserciterà l’opzione giocatore per il 2020-2021 presente nel suo contratto. I Pelicans, dal canto loro, avrebbero lo spazio salariale necessario per offrire un contratto più remunerativo alla propria stella, ma dovrebbero dare anche garanzie tecniche importanti al prodotto di Kentucky.

In questo senso, migliorare il roster della squadra, magari con l’aggiunta di almeno un altro All-Star, potrebbe essere un buon pretesto per Davis per declinare le proposte delle altre squadre. In caso contrario, il monociglio non avrebbero certo problemi a trovare una squadra disposta a puntare su di lui. Sulle sue tracce, in particolar modo, ci sarebbero i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers, pronte a darsi battaglia per ingaggiare il nativo di Chicago.

Stando a quanto riportato dall’esperto di mercato di ESPN Adrian Wojnarowski, il general manager dei Celtics Danny Ainge avrebbe da tempo messo il nome di Anthony Davis in cima alla sua lista dei desideri e starebbe sondando il terreno per sferrare l’assalto decisivo, magari utilizzando come pedine di scambio alcuni nomi tra Terry Rozier, Jaylen Brown, Al Horford e Marcus Smart e delle scelte al Draft.

Magic Johnson e Rob Pelinka, dal canto loro, potrebbero evitare di inserire i vari Lonzo Ball, Kyle Kuzma e Brandon Ingram in altre trade proprio per avere materiale di scambio da proporre ai Pelicans non appena si aprirà ufficialmente la lotta senza esclusione di colpi per Davis, sempre che quest’ultimo non decida di restare a New Orleans da primo violino.

Con 28 punti, 12.4 rimbalzi, 4.7 assist, 1.7 palle recuperate e 2.8 stoppate per gara col 50% al tiro, il 32% da dietro l’arco e l’82% dalla lunetta, Davis è uno dei principali candidati al premio di MVP della regular season 2018-2019. La battaglia tra le storiche rivali Celtics e Lakers per ingaggiarlo potrebbe presto avere inizio.