Dopo aver raccolto una preziosissima vittoria per 145-142 contro gli Houston Rockets all’overtime (secondo successo di fila dopo aver già mietuto un’altra vittima illustre, i Boston Celtics), i Brooklyn Nets si attestano al settimo posto a Est con 23 vittorie e altrettante sconfitte e tornano a dire la loro in ottica playoff.

La vittoria maturata in quel di Houston certifica gli enormi progressi di una squadra giovane e talentuosa che cresce partita dopo partita e che rispetto allo scorso anno ha compiuto notevoli passi in avanti. Merito anche e soprattutto del lavoro svolto da coach Kenny Atkinson, alla guida della franchigia dal 2016.

I Nets sono una delle squadre più intriganti e divertenti della lega, di certo una delle più sorprendenti, e hanno rilanciato tantissimi giocatori che sembravano essere destinati a rimanere nel limbo (basti pensare a Spencer Dinwiddie, in corsa per il premio di Sesto uomo dell’anno, o a D’Angelo Russell, che i Lakers scaricarono nel 2017 per puntare su Lonzo Ball).

Brooklyn è riuscita a imporsi sul campo di una delle squadre che tra le mura amiche concedono meno in tutta la lega (undici vittorie nelle ultime tredici partite disputate al Toyota Center), mostrandosi inoltre una squadra dal sangue freddo nonostante l’inesperienza e, soprattutto, rendendo vani i 58 punti di James Harden.

Autore di due gare consecutive da 50 o più punti (57 contro i Memphis Grizzlies e, appunto, 58 contro i Nets), il Barba sta viaggiando a 35.4 punti di media ed è il favorito numero uno nella corsa all’MVP. “Non ho parole per dire quanto sia forte. Sta cambiando tutto, anche il modo di allenare. Stiamo facendo cose che non abbiamo mai fatto finora, sta cambiando il gioco. Harden è rivoluzionario.”, ha dichiarato coach Kenny Atkinson in merito al numero 13 dei Rockets.