La scorsa notte, Washington Wizards e New York Knicks sono scese in campo sul parquet della O2 Arena di Londra per disputate il London Game, evento attesissimo dai numerosissimi appassionati inglesi ed europei della pallacanestro a stelle e strisce.

A prendere parte alla trasferta, però, non era presente Enes Kanter, centro di proprietà dei Knicks. Il lungo turco non è alle prese con un infortunio o una squalifica, ma ha autonomamente deciso di non viaggiare coi compagni per non mettere a rischio la propria incolumità, essendo da tempo in guerra aperta col governo turco, quello dell’attuale presidente Erdogan.

Kanter è uno che non ha paura di dire quello che pensa e lo ha già dimostrato in passato, tanto da aver rischiato l’arresto nel 2017, quando fu costretto alla fuga dall’Indonesia, dove aveva organizzato un camp di beneficenza, per poi tornare negli Stati Uniti soltanto grazie all’intervento di alcuni senatori dell’Oklahoma (all’epoca dei fatti, il giocatore militava tra le file degli Oklahoma City Thunder), in quanto il governo turco aveva fatto cessare la validità del suo passaporto.

Il classe ’92, che in NBA ha indossato anche la maglia degli Utah Jazz, è accusato da Erdogan di finanziare un’organizzazione terroristica riconducibile al suo oppositore politico Fethullah Gulen, attualmente in esilio. Il governo della Turchia ha recentemente deciso di chiedere l’appoggio dell’Interpol per disporre il fermo e l’estradizione dagli Stati Uniti del 26enne, che però dovrebbero riconoscerlo come criminale.

Kanter, dal canto suo, si difende dalle accuse e ha l’aria serena di chi sa di non aver mai avuto nulla a che fare con episodi di violenza e cattiva condotta. “Negli Stati Uniti non ho mai preso una multa, davvero. Ho sempre seguito la legge come un cittadino esemplare.”, ha comunicato sul proprio profilo ufficiale di Twitter.

La sua assenza dal London Game, in questo senso, è piuttosto significativa: la speranza è che possa essere un messaggio netto della gravità della situazione, al fine di risolverla una volta per tutte e consentire a Kanter di tornare ad avere una vita normale e fare il lavoro che ama senza la paura di affrontare una trasferta con i suoi compagni o di fare una passeggiata tra le strade di New York.