Nonostante la regular season targata 2018-2019 sia soltanto a metà e regna ancora l’incertezza in entrambe le Conference, cominciano a delinearsi sempre più nuovi equilibri. In questo senso, la lotta al premio di Rookie of the Year appare poco più che una formalità per Luka Doncic.

Quest’ultimo, infatti, sembra aver già ampiamente battuto la concorrenza, vuoi per lo scarso minutaggio di alcuni dei giocatori da cui ci si aspettava un impatto diverso al loro primo anno (Marvin Bagley dei Sacramento Kings e Mo Bamba degli Orlando Magic su tutti), vuoi per il rendimento incostante di Trae Young, ancora in corsa per il premio ma attualmente in svantaggio rispetto al prodigioso sloveno e a DeAndre Ayton.

Molto dipenderà da come le varie matricole in corsa per il premio concluderanno la stagione e, in alcuni casi, anche il piazzamento delle rispettive squadre potrebbe pesare. Diamo un’occhiata nel dettaglio a quanto stanno facendo i rookie.

LUKA DONCIC – Classe ’99, lo sloveno è approdato ai Dallas Mavericks via trade, dopo essere stato selezionato con la terza scelta assoluta dagli Atlanta Hawks e ceduto alla franchigia texana in cambio di Trae Young. Dopo un inizio un po’ titubante, l’ex Real Madrid ci ha messo poco a imporsi oltreoceano, mettendo in mostra il meglio del proprio repertorio.

Ciò che stupisce in particolar modo è la sua enorme personalità: il ragazzo, infatti, ha cieca fiducia nei propri mezzi, non rinuncia a prendersi rischi notevoli e non si scoraggia mai dopo qualche errore di troppo o qualche partita sottotono. Le sue medie, del resto, parlano per lui: 20.3 punti (1°), 6.7 rimbalzi (3°) e 5.1 assist (2°) col 44% al tiro e il 37% da dietro l’arco. Se i Mavs possono puntare ai playoff, devono molto al loro Wonder Boy.

DEANDRE AYTON – Il lungo classe ’98, reduce da un anno di college ad Arizona e selezionato con la prima scelta assoluta dai Phoenix Suns, ha avuto anch’egli un inizio tutt’altro che semplice, ma a poco a poco ha trovato il modo di farsi valere ed è già una certezza per la franchigia guidata da coach da Igor Kokoskov.

I Suns sono appaiati all’ultimo posto a Ovest con appena 11 vittorie e ben 35 sconfitte e ci metteranno un bel po’ prima di tornare a competere per obiettivi importanti (leggasi piazzamento ai playoff), ma Ayton in coppia con Booker fa ben sperare in ottica presente e futura: il lungo bahamense sta viaggiando a medie di 16.5 punti (2°), 10.7 rimbalzi (1°), 2.1 assist e una stoppata col 59.5% dal campo.

TRAE YOUNG – Se Doncic e Ayton hanno ormai trovato la tanto agognata continuità di rendimento, lo stesso non lo si può dire del prodotto di Oklahoma, che continua ad alternare ottime prestazioni a prove incolori. Ciò nonostante, la quinta scelta dello scorso Draft rappresenta un punto fermo per gli Atlanta Hawks e uno dei principali ostacoli al favoritissimo Doncic per la vittoria del premio di Matricola dell’anno.

Con medie di 16 punti, 3.1 rimbalzi e 7.2 assist, Young è terzo per punti e primo per assist tra i rookie, ma le sue percentuali al tiro lasciano alquanto a desiderare: il classe ’98, infatti, sta tirando con appena il 40% dal campo e il 30% dalla lunga distanza.

LE SORPRESE

SHAI GILGEOUS-ALEXANDER – Undicesima scelta assoluta al Draft, il playmaker canadese classe ’98 ha trovato il modo di ritagliarsi uno spazio importante tra le file dei Los Angeles Clippers (che hanno già tanti giocatori degni di nota nel suo ruolo), riuscendo a dire la sua in un contesto più che competitivo per un giocatore che è appena al suo primo anno.

Sebbene non stia facendo registrare medie esaltanti, i numeri del prodotto di Kentucky vanno interpreti in relazione al suo minutaggio (25.5′ a partita) e ai giocatori con cui condivide il parquet (Harris, Gallinari e Lou Williams tra i tanti): per lui 9.6 punti, 2.7 rimbalzi, 2.8 assist e una palla recuperata col 48% al tiro e il 36% da tre.

ALLONZO TRIER – Guardia classe ’96 reduce da tre anni tra le file degli Arizona Wildcats, Trier è una delle sorprese più eclatanti tra le matricole. Da undrafted e oggetto del mistero, infatti, è riuscito a guadagnarsi un contratto garantito coi New York Knicks.

Nella Grande Mela, Trier si sta facendo valere in uscita dalla panchina, con medie di 9.8 punti, 2.8 rimbalzi e 1.8 assist col 44% al tiro e il 37% dalla lunga distanza, risultando una delle poche note liete in una stagione a dir poco deludente per i Knicks.

Luka Doncic, rookie più prolifico con 20.3 punti a partita.

PUNTI PER PARTITA

Luka Doncic (20.3)

DeAndre Ayton (16.5)

Trae Young (16)

Collin Sexton (14.6)

Jaren Jackson jr. (13.2)

Marvin Bagley III (12.5)

Kevin Knox (12.5)

Wendell Carter jr. (10.3)

Allonzo Trier (9.8)

10° Shai Gilgeous-Alexander (9.6)

DeAndre Ayton, miglior matricola sotto le plance con 10.7 rimbalzi catturati per gara.

RIMBALZI PER PARTITA

DeAndre Ayton (10.7)

Wendell Carter jr. (7)

Luka Doncic (6.7)

Marvin Bagley III (6.5)

Mohamed Bamba (5)

Jaren Jackson jr. (4.7)

Kevin Knox (4.2)

Omari Spellman (4)

Jaron Blossomgame (3.9)

10° Chandler Hutchison (3.8)

Trae Young, miglior passatore tra i giocatori al primo anno con 7.2 assist per partita.

ASSIST PER PARTITA

Trae Young (7.2)

Luka Doncic (5.1)

De’Anthony Melton (3.5)

Collin Sexton (2.8)

Shai Gilgeous-Alexander (2.8)

Kevin Huerter (2.5)

Elie Okobo (2.4)

Devonte’ Graham (2.3)

DeAndre Ayton (2.1)

10° Jalen Brunson (2.1)