“Who needs Lonzo?”, scritta che poteva campeggiare su uno dei tantissimi striscioni allo Staples Center di Los Angeles durante le ultime e caldissime settimane di trade. Certo, direte voi, Lonzo non è sicuramente Cristiano Ronaldo, quello al massimo è Lebron James per i Lakers. Da quel fatidico 20 gennaio però i Lakers, anche con il ritorno del Re in campo, non sono riusciti a trovare una quadra. Sarà colpa dell’allenatore Luke Walton, colpa della proprietà, dei nuovi acquisti o semplicemente la Western Conference è molto più competitiva? Tutte e nessuna di queste oserei dire. Il re da quando ha deciso di mettersi in modalità play-offs ha sicuramente dato un boost in più alla squadra losangelina ma il problema in casa Lakers non è la fase offensiva (anche se Lonzo aiutava anche lì), ma la fase difensiva.
In attacco quasi tutto lo starting five di Los Angeles viaggia a cifre sopra i 20 punti di media nelle ultime gare, eppure i risultati faticano ad arrivare.

Vi sarà sicuramente capitato di guardare video su internet che ritraggono la svogliatezza degli uomini in giallo-viola nella loro metà campo difensiva, e se LBJ doveva essere un padre che accudisce l’enorme talento a disposizione della proprietà, non dà di certo l’esempio. James, in questi video, rimane addirittura in attacco, sconsolato, e amareggiato, quasi rassegnato all’idea di andare in vacanza prima quest’anno, e non giocare sino ai primi (se non oltre) di giugno. I Lakers anche dovessero vincerne 11 delle 22 partite che restano sarebbero al nono posto e quindi fuori dai playoff, con buona pace di Lebron e di Magic.

Lonzo in questo scenario apocalittico per LBJ, avrebbe sicuramente fatto comodo. Nonostante le sue medie offensive siano scarse, non arriva ai 10 punti di media a partita, è un giocatore che si distingue nelle piccole cose. Spaziature, assist, leadership in entrambe le metà campo e sicuramente efficienza offensiva e difensiva. Parlando di numeri, i Lakers nelle ultime 13 partite, quelle senza Lonzo, hanno un record di 4 W e 9 L, e hanno perso quasi 17 PPG. Non pochini. Su 100 possessi poi i Lakers senza Zo concedono 4 punti in più. E nonostante la dirigenza si sia tutelata con l’arrivo di Bullok, le cose non funzionano per niente.

Lonzo è stato fin da subito una pedina importante per la chimica della squadra giallo-viola, cosa che però Magic sembrava disposto a sacrificare per una stella come Anthony Davis. Scelta legittima e condivisibile, ma se poi Zo diventasse un nuovo DLo? Gli indizi ci sono tutti, ma non sapremo come andrà a finire. Di certo Zo è stato, dal giorno zero, tartassato da media e giornalisti per colpa di un padre troppo esuberante, tant’è che ha anche dovuto prendere le distanze da molte sue dichiarazioni, la scorsa stagione. Ball è senz’altro l’ago della bilancia per questi Lakers, ma dovranno aspettare ancora un po’ perché le condizioni del ragazzo californiano non sembrano affatto migliorare. Inizialmente si prevedevano 6 settimane, ma gli ultimi bollettini sembrano dire il contrario.

Who needs Lonzo? Forse il Re, per tentare una cavalcata insperata alla post season, ma poi che senso avrebbe arrivare ottavi per essere sweeppati (perdere 4 a 0 in una serie di po) al primo turno contro i GSW? Staremo a vedere, intanto allo Staples dovrebbero inneggiare il loro leader silenzioso e sperare di farlo tornare il prima possibile.

Focus sul “pezzo mancante”, Lonzo Ball.