Nell’anno più difficile della sua carriera, quello in cui ci ha mostrato che gli alieni non esistono e che tutti i giocatori, anche i fenomeni che non sembrano avere limiti tecnici e fisici, sono pur sempre esseri umani, LeBron James non smette comunque di scrivere la storia ogni volta che scende in campo.

Eppure, quest’anno ha potuto farlo molto meno rispetto agli standard cui è abituato, saltando ben 18 partite, di cui 17 consecutive tra il Christmas Game vinto contro i Golden State Warriors e il derby di Los Angeles (anch’esso vinto) contro i Clippers, a causa di un infortunio all’inguine. Un’anomalia per lui, che lo scorso anno è sceso in campo in tutte le partite tra regular season e playoff (104) e aveva saltato appena 87 partite su 1230 (poco più del 7%) in stagione regolare nelle precedenti quindici stagioni di carriera.

Nonostante i suoi Los Angeles Lakers siano praticamente a un passo dall’esclusione dai playoff, essendo attualmente undicesimi a Ovest con appena 30 vittorie e ben 35 sconfitte in 65 gare disputate, il numero 23 si rende spesso e volentieri protagonista di record su record.

La scorsa notte, nel ko per 115-99 in casa contro i Denver Nuggets, ad esempio, LeBron James ha raggiunto e superato Michael Jordan al quarto posto all-time per punti segnati in carriera, portandosi a quota 32.311 alla sua partita numero 1190, grazie ai 31 messi a referto contro la franchigia del Colorado e facendo scendere al quinto posto il 6 volte campione NBA, autore di 32.292 punti in 1072 presenze.

Un record speciale per James, cresciuto ammirando Michael Jordan e appassionatosi al basket proprio grazie a MJ, tanto da dedicargli le scarpe indossate per l’occasione (prima della palla a due, LeBron era a soli 13 punti dal quarto posto di MJ) e commuovendosi in panchina dopo aver raggiunto l’ennesimo traguardo della sua gloriosa carriera.

“Sono cresciuto guardando Michael Jordan. Volevo tirare i fade-away, cacciare la lingua dopo una schiacciata, indossare le mie sneakers e rappresentare un modello per i ragazzi proprio come MJ. Nemmeno lui sa quanto mi abbia aiutato a superare le tante difficoltà che ho affrontato da ragazzino a Akron. In pochi riescono a farcela con un solo genitore e in povertà e se io ci sono riuscito devo dire grazie anche e soprattutto a lui. MJ ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita sportiva e non solo. Io e i miei amici parlavamo solo di lui al campetto, volevamo essere come lui.”, ha dichiarato James, apparso visibilmente emozionato dopo aver centrato il prestigioso record.

“Anche i miei amici del liceo mi hanno scritto dicendomi che non riescono a credere che tutto questo sia possibile. Sinceramente anch’io stento a crederci, perché tutti noi non dimenticheremo mai quando passeggiavamo tra le vie di Akron con un pallone da basket sognando di diventare come Michael.”, ha poi aggiunto LeBron, che ora è dietro soltanto a Kobe Bryant (33.643), Karl Malone (36.928) e al primatista Kareem Abdul-Jabbar (38.387).