I New Orleans Pelicans hanno vissuto un’annata più che positiva, raggiungendo il sesto posto nella Western Conference con 48 vittorie e 34 sconfitte e tornando ai playoff dopo due anni di assenza, sbarazzandosi dei Portland Trail Blazers con uno sweep al primo turno ed arrendendosi soltanto al cospetto dei campioni in carica dei Golden State Warriors (4-1 in semifinale di Conference). Il tutto nonostante fossero privi dell’infortunato DeMarcus Cousins, con Anthony Davis a prendere in mano le redini di un gruppo che si è affidato anche all’esperienza di Rajon Rondo e all’imprevedibilità di Jrue Holiday.

 

Per proseguire su questa strada, però, la franchigia della Louisiana ha bisogno di trattenere la maggior parte dei propri pezzi da novanta e piazzare gli esuberi che occupano il cap hold, tra cui Solomon Hill, che ha firmato un quadriennale da 48 milioni di dollari nell’estate 2016 ed ha giocato appena 12 partite nel 2017-2018, E’Twaun Moore, anch’egli arrivato in quel di New Orleans con un quadriennale firmato nell’estate 2016 (34 milioni di dollari in totale) e Alexis Ajinca, che nel 2015 ha firmato un contratto di quattro anni da 20 milioni complessivi e nella recente regular season non ha messo piede in campo.

 

Pur avendo un quintetto piuttosto affidabile ed essendosi rinforzati con l’arrivo di Nikola Mirotic dai Chicago Bulls prima della trade deadline, i Pelicans avrebbero bisogno di rendere maggiormente profonda la propria second unit, probabilmente il vero punto debole della squadra guidata da coach Alvin Gentry. In questo senso, New Orleans potrebbe dare la caccia a veterani che hanno ancora tantissimo da dare alla lega, tra cui Zach Randolph, Brandan Wright, Jamal Crawford e Marco Belinelli.

 

Il primo è in doppia cifra da ormai diciassette anni ed è un ottimo rimbalzista offensivo, l’ideale per far rifiatare Anthony Davis ed assicurare esperienza e solidità ad una squadra che punta a confermarsi e a divenire sempre più competitiva negli anni a venire. L’esperienza con i Sacramento Kings si è rivelata molto positiva dal punto di vista individuale, decisamente meno per ciò che concerne i risultati ottenuti dalla squadra. A New Orleans, Randolph potrebbe tornare a competere per traguardi importanti e dimostrare di essere ancora un giocatore in grado di fare la differenza, nonostante l’età che avanza.

 

Discorso simile per Wright, anche se la sua annata si è rivelata piuttosto opaca: dopo aver iniziato la stagione con i Memphis Grizzlies, infatti, il lungo classe ’84 si è trasferito agli Houston Rockets, con cui è sceso in campo in appena un’occasione nella regular season e non è stato mai utilizzato nel corso dei playoff. Jamal Crawford, invece, nonostante abbia compiuto 38 anni lo scorso 20 marzo, continua ad essere un giocatore determinante in uscita dalla panchina (tre premi di Sesto uomo dell’anno vinti fin qui in carriera) e si è calato alla grande nel ruolo anche tra le fila dei Minnesota Timberwolves.

 

Belinelli, dal canto suo, è conteso da numerose squadre, essendo un veterano con ancora tanti anni di carriera davanti a sé (32 anni compiuti soltanto lo scorso 25 marzo). L’italiano di San Giovanni in Persiceto si è riscattato alla grande con la maglia dei Philadelphia Sixers, inserendosi perfettamente nel meccanismo di gioco di coach Brett Brown e facendosi valere nella second unit dei giovani ed ambiziosi Sixers, capaci di tornare ai playoff dopo cinque anni. Il campione NBA con i San Antonio Spurs ha già giocato a New Orleans, vivendo le sue prime stagioni degne di nota in NBA con gli allora Hornets, dopo le difficoltà vissute tra Golden State Warriors e Toronto Raptors.

 

Al fianco di Chris Paul, David West, Trevor Ariza, Jarrett Jack ed Eric Gordon, Belinelli andò per la prima volta in carriera in doppia cifra per punti e si impose una volta per tutte nella lega a stelle e strisce. Per lui si tratterebbe dunque di un ritorno, con i Pelicans che per riportarlo a New Orleans dovranno però battere la concorrenza di tante altre squadre interessate alla guardia bolognese. Tra le priorità della franchigia della Louisiana c’è anche Rajon Rondo, reduce da un’annata più che positiva, in cui ha mostrato con frequenza di essere ancora in grado di giocare la pallacanestro che lo rese grande con i Boston Celtics.

 

Il playmaker classe ’86 si è rivelato un tassello fondamentale per la squadra di Gentry e, tra assist geniali, canestri decisivi, ottima applicazione difensiva e un quoziente cestistico piuttosto notevole, è uno di quei giocatori di cui i Pelicans non farebbero mai a meno, di certo non dopo appena una stagione. Discorso diverso per Cousins, che difficilmente resterà in Louisiana: il dominante centro classe ’90, attualmente ai box da gennaio in seguito alla rottura del tendine d’Achille riportata in una gara di regular season contro i Rockets lo scorso gennaio, quasi sicuramente si accaserà altrove.

 

La sua partenza sarebbe decisamente pesante per New Orleans, che potrebbe però colmarla con l’arrivo di un top free agent, come ad esempio Paul George. L’ormai ex Oklahoma City Thunder è conteso da tantissime squadre, tra cui gli Houston Rockets, gli Utah Jazz e i Los Angeles Lakers, ma potrebbe farsi conquistare dall’affascinante progetto dei Pelicans e formare un duo atomico con Anthony Davis, in un gruppo solido con un supporting cast composto da nomi del calibro di Rondo, Holiday e Mirotic. PG13 è una suggestione che intriga e non poco New Orleans e che potrebbe tramutarsi in realtà, se NOLA saprà giocarsi le proprie carte con astuzia.