La NBA è spesso e volentieri teatro di duelli focosi tra giocatori di due squadre diverse, chiamati a prevalere sul rivale non soltanto dal punto di vista del gioco, ma anche e soprattutto per ciò che concerne la mentalità e la capacità di mantenere la lucidità dall’inizio alla fine di una gara, a prescindere da ogni situazione, anche perché tenere testa a un avversario non comporta soltanto un duello tecnico-tattico.

 

In questo senso, non è raro assistere a duelli verbali piuttosto accesi, con il trash talking tra i giocatori che è ormai da anni una vera e propria consuetudine: tra i tanti trash talkers passati alla storia, vi sono, ad esempio, Kevin Garnett, Shaquille O’Neal, Allen Iverson, Nate Robinson, Paul Pierce, Charles Barkley, Gary Payton, Rasheed Wallace, Larry Bird, Reggie Miller, Ron Artest, Kobe Bryant e Michael Jordan, solo alcuni dei giocatori capaci di indirizzare ogni evento in proprio fare anche in situazioni extracestistiche.

 

Il trash talking è di fatto una componente fondamentale del gioco e gestire adeguatamente situazioni di questo tipo può comportare parecchi vantaggi: tra i trash talkers dell’era moderna della pallacanestro a stelle e strisce, un posto di rilievo spetta a Draymond Green, leader emotivo dei Golden State Warriors, ma non è da meno Steven Adams, centro degli Oklahoma City Thunder.

 

Il classe ‘93 neozelandese, del resto, è uno di quei giocatori che non si sottraggono al gioco duro e alle parole forti e che se si tratta di accettare la sfida non si tirano mai indietro: il numero 12 di OKC è spesso protagonista di scontri verbali con i suoi avversari, quasi sempre centri come lui, tra cui Jonas Valanciunas, classe ‘92 in forza Toronto Raptors.

 

Lo stesso Adams ha recentemente parlato in merito al duello col centro lettone, spiegando come abbia fatto ad aggiudicarsi il duello con Valanciunas anche dal punto di vista comunicativo: “Mi ha detto un centinaio di volte che voleva combattere con me, io gli ho risposto: ‘Tu non vuoi farlo. Usi forchetta e coltello per mangiare, io le mie mani”, ha dichiarato la dodicesima scelta del Draft 2013.