Il TD Garden è sempre un’arena emozionante e destabilizzante se ci giochi da avversario. La folla spinge Kyrie e co per tutta la partita, quando si sarebbero arresi tutti. Addirittura si è arrivati al massimo vantaggio di 26 punti per la banda del Barba. L’arrivo di Gerald Green, cugino di Danny, non ha portato certo fortuna ai Rockets. Anzi la squadra di Mike D’antoni colleziona la quarta sconfitta consecutiva.

 

Ci sono assenti molto importanti in questa disfatta: da Cp3 a Clint Capela. Ma il vantaggio così alto, mantenuto per  la maggior parte della gara, porta a pensare che il reale problema non sia costituito dagli assenti. Questa volta la colpa si può dare ai presenti, uno su tutti James Harden. Lo stesso che viaggia con numeri da MVP, commette 2 falli di reazione negli ultimi secondi di gioco, regalando così la vittoria ai ragazzi di Brad Stevens. Meritevoli di un ottima difesa nel  4° quarto, senza la follia dello Chef non avrebbero comunque vinto. 34 punti, 6 rimbalzi, 10 assist e 2 steals in 39 minuti di gioco non bastano a vincere, se perdi la testa in quel modo nel finale. Tra l’altro le percentuali del Barba contro i biancoverdi sono ben al di sotto delle sue potenzialità (25,9% da due, 33,3% da tre). La mentalità vincente o Mamba Mentality che dir si voglia manca, non solo da stanotte.

 

Una panchina decisamente corta, calcolando le indisponibilità di Cp3, Capela e Mbah a Moute, non hanno aiutato. Ma allora davvero i texani sono Chris Paul dipendenti?! L’ultima vittoria della squadra di D’Antoni risale al 18 Dicembre, proprio con cp3 nello starting five: 120-99 contro i Jazz con un Paul da ben 18 punti, 10 assist e 10 rimbalzi (oltre ad uno steal e 2 stoppate). L’ex Clippers rappresenta dunque, non solo con i numeri, ma soprattutto con la Mentality il vero leader spirituale di questi Rockets? Sembrerebbe proprio di si. Anche perché uno degli ultimi playmaker puri ha una visione di gioco fuori dal comune, un q.i. cestistico illimitato. Mentre l’Nba  si evolve verso un gioco sempre più fisico, esplosivo (vedi Giannis, Westbrook ecc.), lui si muove nella direzione opposta. Col il suo metro e 83 per  79 kg, ci mette tanta testa ma soprattutto tanta voglia. Quella voglia di riscatto, quella umiltà che lo ha sempre contraddistinto. Per essere vincenti bisogna esserlo prima fuori dal campo. Chris lotta sempre per migliorarsi, aiutare i compagni ed  è un vero leader (silente). Non da nell’occhio, non ha i capelli di Rodman ne la barba di Harden, ma ha gli occhi della tigre e quelli sono difficili da sviluppare. Lui stesso ha dichiarato: ”Cerco di penetrare alla Steve Nash, passare come Jason Kidd ed avere il ball handling di Allen Iverson. Ricordate ho detto cerco!”. Per adesso deve cercare di rientrare al più presto in campo, per il bene di D’Antoni e dei “suoi” Rockets.

 

Daniele Marra