Primo quarto complicato per Oklahoma che, soffrendo dell’importante assenza di Paul George, totalizza un pessimo 7/20 dal campo. Discorso opposto per la squadra di Jason Kidd che mette la quarta ed ha un vantaggio massimo di 22 punti. I primi dodici minuti terminano coi Bucks sopra di 20, punteggio di 38 a 18.

 

Nel secondo quarto una steal con conseguente schiacciata di RW, i 4 falli di Bledsoe ed un solido Grant permettono ai  Thunder  di andare sul meno 10. Ma questo sprazzo di orgoglio, accompagnato da un ottimo Felton, non basta a pareggiare i conti. The Greak Freak con 13 punti, 6 rimbalzi, 5 assists ed una steal (col 71,4% dal campo) è il protagonista indiscusso della prima metà di gioco. Alla Chesapeake Arena a fine primo tempo il punteggio è di 58-44 in favore degli ospiti.

 

Nel terzo quarto la musica non cambia. Il pessimo attacco dei padroni di casa facilita la difesa di Milwaukee. In particolare Tony Snell asfissia Melo rendendolo quasi inoffensivo. C’è un tentativo di comeback da parte di Okc, che riesce a portarsi sul meno 3. Possesso a Russ che inspiegabilmente forza una tripla, airball. Si fa perdonare poco dopo abbattendo Maker, con un poster che difficilmente dimenticherà. Lo score del terzo quarto recita così 73-67 per coach Kidd. Nel 4° quarto sale in cattedra (nel bene e nel male) Russell Westbrook.  L’MVP dopo aver bruciato una tripla e 2 liberi fondamentali, segna la tripla decisiva per il momentaneo pareggio. Complice l’inverosimile 0 su 2 di Bledsoe dalle lunetta ed una tripla decisiva di un Melo poco coinvolto. Pochi secondi al termine la risolve Giannis, con un piede (forse) sulla linea. 1,2 secondi al termine tiro della disperazione  che non arriva nemmeno al ferro.

 

I numeri per il play di casa a fine gara recitano così: 40 punti, 14 rimbalzi e 9 assists(47,1% da 2 e 22.2% da 3). Ma ad Okc è la panchina a fare la differenza: Grant 12 punti in 20 minuti con l’83,3%. Felton 10 punti, 6 assists in 27 minuti con il 50%. I Bucks collezionano la 19esima vittoria stagionale, dimostrandosi una squadra relativamente ostica, frenano la striscia di vittorie consecutive di Oklahoma  a 6. Middleton con 20 punti(44,4%) e Henson 18 punti(66.7%), oltre al solito Giannis, si distinguono tra i migliori di coach Kidd.

 

La “crisi mistica” di Russ & co prosegue, confermando la discontinuità di questa squadra. Piena di talenti, ma incapace di valorizzarli, di far trovare ad ognuno il suo posto. L’assenza di PG non giustifica affatto questa sconfitta, incassata per mancanza di idee offensive, voglia e le solite troppe ISO. Melo ha recentemente dichiarato che hanno bisogno del Westbrook MVP, lui ha risposto presente, ma non basta. La (stra)potenza dei singoli non sempre basta a vincere le partite, tantomeno gli anelli. Bisogna trovare quella che gli americani definiscono:”chemistry”. Altrimenti rischi di essere altalenante: A volte sei too hero, altre too zero e quindi finisci too short. “ We could be heroes… just for one day”.

Daniele Marra