A circa due mesi dalla conclusione della regular season 2017-2018, è giunto il momento, se non di tirare le somme, quantomeno di focalizzarci sul rendimento avuto fino a questo momento dalle varie matricole selezionate al Draft dello scorso anno. Diamo un’occhiata alla situazione attuale di alcuni dei rookies che più hanno stupito fino a questo momento.

 

BEN SIMMONS – Dopo aver saltato per intero la stagione 2016-2017 in seguito a un infortunio, l’ala piccola australiana in forza ai Philadelphia Sixers è tornato a disposizione per questa stagione, dimostrando in breve tempo di aver recuperato appieno dall’infortunio e formando una coppia devastante con Joel Embiid. La città dell’amore fraterno spera che il “Processo” sia finalmente giunto al termine del suo compimento e se i Sixers stanno dicendo la loro in ottica playoff devono molto, oltre che al possente JoJo, anche e soprattutto al loro numero 25, capace di mettersi in mostra a suon di prestazioni encomiabili per rendimento e spirito di sacrificio. Simmons è attualmente secondo tra i rookie per media punti per partita (16,7) ed ha una percentuale al tiro del 52,6%.

Season-highs

PUNTI: 31 (Sixers-Wizards 118-113, 30/11)

RIMBALZI: 18 (Sixers-Wizards 118-113, 30/11)

ASSIST: 15 (Sixers-Lakers 104-107, 8/12)

MEDIA: 16,7 punti, 7,8 rimbalzi, 7,2 assist

DOPPIE DOPPIE: 20

TRIPLE DOPPIE: 5

 

DONOVAN MITCHELL – E se la sorpresa in ottica Rookie of the Year fosse lui? Selezionato dagli Utah Jazz con la tredicesima scelta assoluta, la guardia classe ’96 ha fin qui vissuto una stagione che definire strepitosa sarebbe riduttivo e, anche grazie al supporto di alcuni compagni più esperti, tra cui in particolar modo Ricky Rubio, sta facendo sì che i Jazz tornino a dire la loro nella corsa playoff ad Ovest dopo un avvio stagionale piuttosto altalenante. Nel recente netto successo con i Phoenix Suns, il 21enne ha messo a referto la bellezza di 40 punti, tirando con il 14/19 dal campo e con il 7/9 dalla lunga distanza. Oltre a ciò, impossibile non menzionare i 41 punti (suo massimo in carriera) realizzati contro i New Orleans Pelicans, di cui 17 nell’ultimo quarto. A segnare 40 o più punti al primo anno di NBA ci erano riusciti soltanto LeBron James, Carmelo Anthony, Kevin Durant, Eric Gordon e Stephen Curry. Il favorito per la vittoria del ROY sembra essere Ben Simmons, ma non è da escludere che Mitchell riesca ad avere la meglio, soprattutto se dovesse proseguire su questa strada e portare la franchigia di Salt Lake City ai playoff.

Season highs

PUNTI: 41 (Jazz-Pelicans 114-108, 2/12)

RIMBALZI: 7 (tre volte)

ASSIST: 9 (Celtics-Jazz 95-107, 16/12)

MEDIA: 19,3 punti, 3,3 rimbalzi, 3,5 assist

 

 

JAYSON TATUM – Spesso e volentieri le terze scelte hanno fatto la storia. Spicca su tutti Michael Jordan, storico campione NBA e personaggio di culto del basket a stelle e strisce, mentre, in tempi più recenti, con la terza chiamata al primo turno sono approdati nella lega autentici fenomeni e giocatori promettenti del calibro di Carmelo Anthony, James Harden, Bradley Beal e Joel Embiid. L’ultimo in ordine cronologico è Jayson Tatum. Sebbene non sia ancora definibile un giocatore affermato, il classe ’98 ha stupito e non poco per l’incredibile e repentina capacità di adattarsi a giocare titolare al suo primo anno nella lega in una squadra che ha scritto innumerevoli capitoli della storia di questo sport. In quel di Boston, il prodotto di Duke si è trovato a sostituire l’infortunato Gordon Hayward, riuscendo sin da subito a mettersi in mostra, soprattutto per la grande abilità al tiro da dietro l’arco (percentuale del 44%).

Season highs

PUNTI: 27 (Celtics-Hawks 119-110, 3/2)

RIMBALZI: 11 (Celtics-Spurs 108-94, 31/10)

ASSIST: 5 (due volte)

MEDIA: 13,9 punti, 5,4 rimbalzi, 1,4 assist

DOPPIE DOPPIE: 3

PERCENTUALE DA TRE: 44% (sesto in NBA)

 

KYLE KUZMA – Probabilmente quest’ultimo è il più sorprendente tra i nomi che si giocheranno la vittoria del premio di Rookie of the Year. Selezionato con la ventisettesima scelta assoluta allo scorso Draft, ricevuta dai Brooklyn Nets nell’ambito della trade che ha portato D’Angelo Russell e Timofej Mozgov in quel di New York e Brook Lopez sulla sponda gialloviola di Los Angeles. Con 15,7 punti a partita, il classe ’95 è innegabilmente uno dei protagonisti della stagione piuttosto altalenante dei Lakers, che dopo aver dato in un primo momento l’impressione di poter lottare per i playoff, si sono arresi pian piano al loro destino ed attualmente sono tredicesimi ad Ovest e praticamente fuori dai playoff, a meno di un miracolo. Con le prestazioni altalenanti di Lonzo Ball, tra l’altro costretto spesso a fermarsi per infortunio, Kuzma ha preso in mano la squadra e si è messo in mostra alla grande, rivelandosi uno dei rookie migliori nonostante sia stato chiamato con la quartultima scelta del primo turno.

Season highs

PUNTI: 38 (Rockets-Lakers 116-122, 21/12)

RIMBALZI: 14 (due volte)

ASSIST: 5 (due volte)

MEDIA: 15,7 punti, 5,7 rimbalzi, 1,8 assist

DOPPIE DOPPIE: 10

 

Miglior media punti: Donovan Mitchell (19,3)

Miglior media rimbalzi: Ben Simmons (7,8)

Miglior media assist: Ben Simmons (7,2)

Maggior numero di punti in una partita: Donovan Mitchell (41)

Maggior numero di rimbalzi in una partita: Ben Simmons (18)

Maggior numero di assist in una partita: Ben Simmons (15)

Miglior percentuale al tiro: Ben Simmons (52,6%)

Miglior percentuale al tiro da tre: Jayson Tatum (44%)