A poco più di un mese dal termine della regular season 2017-2018, è quasi arrivato il momento di tirare le somme in merito al rendimento offerto dai migliori giocatori usciti dal Draft tenutosi lo scorso 23 giugno al Barclays Center di Brooklyn. Le tre matricole che sembrano destinate a giocarsi la vittoria del Rookie of the Year sono Ben Simmons, Donovan Mitchell e Jayson Tatum. Analizziamo nel dettaglio la stagione dei tre giovani talenti in forza rispettivamente a Philadelphia Sixers, Utah Jazz e Boston Celtics.

 

BEN SIMMONS – Rientrato quest’anno a disposizione dei Philadelphia Sixers, la prima scelta del Draft 2016 ci ha messo poco a ritrovare la condizione migliore e, nonostante prima di questa regular season non avesse mai messo piede su un parquet di NBA, ha mostrato sin da subito un’impressionante personalità e sta facendo sognare la città dell’amore fraterno insieme a Joel Embiid. Paragonato spesso e volentieri a LeBron James, di cui è considerato da molti l’erede, il lungo australiano è un giocatore versatile e polivalente, in grado anche di trattare la palla e fare il playmaker. Il suo punto debole è il tiro dalla lunetta e, soprattutto, da tre punti, tanto che non ha mai provato una conclusione da dietro l’arco fino a questo momento. Simmons è considerato uno dei favoriti per la vittoria del Rookie of the Year e se dovesse continuare su questi livelli, potrebbe seriamente portarsi a casa il prestigioso riconoscimento.

Season-highs

PUNTI: 32 (Bulls-Sixers 115-116, 23/02)

RIMBALZI: 18 (Sixers-Wizards 118-113, 30/11)

ASSIST: 15 (Sixers-Lakers 104-107, 8/12 – Bucks-Sixers 118-110, 05/03)

MEDIA: 16,2 punti, 7,7 rimbalzi, 7,6 assist

DOPPIE DOPPIE: 26

TRIPLE DOPPIE: 7

 

DONOVAN MITCHELL – Se fino a poco fa la tredicesima scelta assoluta degli Utah Jazz recitava il ruolo di outsider tra i candidati al Rookie of the Year, ora la guardia classe ’96 appare il favorito numero uno per la conquista del trofeo. Il prodotto di Louisville sta disputando una stagione a dir poco straordinario ed ha dato un contributo determinante nella scalata in classifica della franchigia di Salt Lake City, che fino a poche settimane fa sembrava lontanissima dai playoff ed attualmente è ottava in classifica ad Ovest. A segnare 40 o più punti al primo anno di NBA ci erano riusciti soltanto LeBron James, Carmelo Anthony, Kevin Durant, Eric Gordon e Stephen Curry, lui lo ha già fatto tre volte e lo scorso 25 gennaio ha stabilito un career high di 43 punti nella gara vinta per 98-95 in casa dei Detroit Pistons, mentre il 17 febbraio si è aggiudicato lo Slam Dunk Contest, la gara delle schiacciate. Paul George e Chris Paul, che lo scorso anno lo avevano convinto ad eleggersi al Draft, ci avevano visto lungo.

Season highs

PUNTI: 43 (Pistons-Jazz 95-98, 25/01)

RIMBALZI: 7 (quattro volte)

ASSIST: 9 (Celtics-Jazz 95-107, 16/12)

MEDIA: 19,7 punti, 3,6 rimbalzi, 3,6 assist

 

JAYSON TATUM – Chiamato con la terza scelta assoluta dai Boston Celtics allo scorso Draft, il classe ’98 si è adattato in tempi record ai ritmi della NBA, ben diversi da quelli del college, ripagando la fiducia di coach Brad Stevens, che lo ha schierato titolare sin da inizio stagione, per sopperire all’assenza dell’infortunato Gordon Hayward. Il prodotto di Duke ha impressionato tutti per la sua impressionante continuità di rendimento e per la sua abilità nel tirare dalla lunga distanza, tant’è che è settimo per percentuale al tiro da dietro l’arco nell’intera lega col 43,3%. Il numero 0 dei Boston Celtics è probabilmente il meno indiziato alla vittoria finale del Rookie of the Year, ma quasi sicuramente finirà sul podio dei finalisti.

Season highs

PUNTI: 27 (Celtics-Hawks 119-110, 3/2)

RIMBALZI: 11 (Celtics-Spurs 108-94, 31/10)

ASSIST: 5 (due volte)

MEDIA: 13,3 punti, 5 rimbalzi, 1,4 assist

PERCENTUALE DA TRE: 43,3% (settimo in NBA)

 

DENNIS SMITH JR. – Selezionato con la nona scelta al primo turno dello scorso Draft dai Dallas Mavericks, il playmaker classe ’97 rappresenta presente e futuro della squadra texana ed è il principale punto di riferimento da cui è gradualmente iniziato il processo di ricostruzione in casa Mavs, che avrà una svolta ancor più netta quando Dirk Nowitzki lascerà il basket giocato. Dopo un inizio piuttosto altalenante, il 20enne di Godwin è riuscito a trovare quella continuità che gli mancava e a rappresentare un bagliore di luce nel buio oscuro di Dallas. Il suo notevole atletismo è uno dei suoi tanti punti di forza, tanto che in molti lo accostano a Russell Westbrook. Se il buongiorno si vede dal mattino, Smith jr. diventerà in breve tempo un imprescindibile punto di riferimento del nuovo corso dei Mavericks.

Season highs

PUNTI: 27 (Mavericks-Spurs 91-97, 15/11)

RIMBALZI: 10 (Pelicans-Mavericks 120-128, 30/12)

ASSIST: 11 (due volte)

MEDIA: 14,9 punti, 3,8 rimbalzi, 4,9 assist

 

Miglior media punti: Donovan Mitchell (19,7)

Miglior media rimbalzi: Ben Simmons (7,7)

Miglior media assist: Ben Simmons (7,6)

Maggior numero di punti in una partita: Donovan Mitchell (43)

Maggior numero di rimbalzi in una partita: Ben Simmons (18)

Maggior numero di assist in una partita: Ben Simmons (15)

Miglior percentuale al tiro: Ben Simmons (53,6%)

Miglior percentuale al tiro da tre: Jayson Tatum (43,3%)

Miglior percentuale ai tiri liberi: Donovan Mitchell (83,6%)