Storie strane, che cambiano vite e carriere di giocatori, allenatori e franchigie intere in una notte, dove una scelta giusta o sbagliata coincidono con gioie, dolori e pensieri di ciò che poteva essere, ma non è stato.

Le storie del Draft NBA regalano sempre parecchi retroscena: dallo scambio che ti cambia una stagione alla più comune scelta sbagliata. Ve ne sono tante di storie, con protagonisti ragazzi che si affacciano all’NBA come un bambino ai dolci, come il lavoro della loro vita e come il destino, che li ha spinti ad incrociare la franchigia con cui inizieranno la loro vita professionista. Oggi si parte soft, e vi racconteremo del fifty-fifty che hanno dovuto affrontare i Minnesota Timberwolves con Paul George e Wesley Johnson.

 

Draft 2010, 24 giugno 2010.

Siamo al Madison Square Garden e, come di consuetudine in questo periodo, 60 ragazzi usciranno dai loro college per entrare a far parte dell’NBA.

È un Draft particolare: non ci sono talenti che saltano all’occhio per le prime chiamate se non la per la prima: John Wall, guardia di 193 cm, proveniente da Kentucky e promesso sposo dei Washington Wizards, decisi più che mai a puntare forte sul rookie per la loro rinascita.

Evan Turner per Philadelphia, Derrick Favors per i New Jersey Nets e Wesley Johnson per Minnesota sono le successive scelte. Scelte ad oggi molto deludenti, visto e considerato che dalla quinta alla decima vengono scelti tre All-Star ed attuali protagonisti della Lega, come DeMarcus Cousins, Gordon Hayward e Paul George. Soprattutto quest’ultimo, ad Indiana ha dimostrato di essere una delle guardie bivalenti più dotate della Lega: partito da guardia, poi sviluppatosi come ala piccola grazie alle sue sorprendenti abilità fisiche, diventa il volto di quei Pacers che con lui, Hibbert e Granger, in quattro anni arriveranno ad un passo alle Finals, salvo poi cadere per mano dei Miami Heat di LBJ, D-Wade e Chris Bosh.

La nostra storia entra nello specifico quando, nella notte del Draft, viene seriamente preso in considerazione dai Minnesota Timberwolves. Sia lui che Wesley Johnson erano prospetti che avevano effettuato allenamenti pre-Draft con la squadra ed erano gli unici due nomi segnati sul taccuino dei talent scout dei Timberwolves.

Stando alle dichiarazioni di Kevin O’Connor, del The Ringer, i T’Wolves hanno deciso alla fine di seguire le indicazioni del Mock Draft, che vedeva Wesley Johnson più pronto sia fisicamente che tecnicamente per il grande salto. Più nello specifico:

“Con i Minnesota Timberwolves ho sentito parlare di molte situazioni del tipo: “Oh, stavamo pensando di prenderlo”, anche se poi è finito con il decimo posto ad Indiana. “

 

“Loro, davvero, volevano davvero prenderlo con la quarta scelta. Il problema era che, anche se vi era il consenso tra il pubblico, internamente, o fra le altre squadre NBA, la maggior parte della gente pensava a Wesley Johnson come a una prospettiva migliore, anche grazie al fatto che quest’ultimo fosse uscito da Syracuse, a differenza di George, proveniente da Fresno State.”

 

A distanza di 8 anni ne è passata di acqua sotto i ponti. Ad Indiana, Paul George si riscopre giocatore fondamentale e per ben 7 anni sarà protagonista fondamentale della Lega. A 27 anni il suo Palmarès vanta solo un oro con la Nazionale a Rio 2016, ma il ragazzo a livello personale ha ottenuto molti riconoscimenti, mentre quest’anno proverà a vincere al fianco di Westbrook e Carmelo Anthony ad Oklahoma.

 

Chissà cosa sarebbe potuto capitare se…