Questa notte, i New Orleans Pelicans scenderanno in campo per affrontare i Portland Trail Blazers in gara-3, forti del fattore campo nelle prossime due gare e di un vantaggio fin qui piuttosto netto. La franchigia della Louisiana, infatti, si è imposta in entrambe le partite fin qui disputate al Moda Center ed ha ora la ghiotta opportunità di archiviare definitivamente la pratica allo Smoothie King Center.

 

Lo sweep non sarà affatto semplice, anche perché Portland non ha intenzione di alzare bandiera bianca dopo appena quattro partite del primo turno: in regular season, la franchigia dell’Oregon ha stupito tutti, piazzandosi terza in un’agguerritissima Western Conference, alle spalle soltanto degli Houston Rockets e dei Golden State Warriors campioni in carica, ragion per cui intendono arrivare il più lontano possibile in questa post season.

 

Alla vigilia di gara-1, in molti ritenevano che i Trail Blazers si sarebbero imposti senza difficoltà in almeno una delle prime due partite della serie, anche e soprattutto in virtù del pubblico in loro favore. Le cose, però, sono andate in maniera decisamente opposta, con i Pelicans che sono riusciti nell’impresa di vincere le prime due gare e mettere alle corde Portland, condannata in particolar modo dalle enormi difficoltà al tiro da dietro l’arco da parte del backcourt LillardMcCollum: rispettivamente 31,7% dal campo e 31,2% da tre e 41% dal campo e 38,9% da tre nelle due gare.

 

Se almeno uno dei due è in giornata e riesce a convertire un buon numero di tiri tentati, Portland non ha difficoltà e la macchina viaggia veloce. In caso contrario, difficilmente i Blazers riescono ad evitare la sconfitta. Così è stato in gara-1, in cui i Pelicans hanno raccolto un fondamentale successo di misura per 97-95, e in gara-2, conclusasi 111-102 in favore di New Orleans. Per ciò che concerne la squadra della Louisiana, non è soltanto Anthony Davis a finire tra i top delle prime due partite.

 

L’assenza di un giocatore determinante del calibro di DeMarcus Cousins, a detta di molti il miglior centro della lega, non pare aver influito sul sistema di gioco dei Pelicans che, oltre a fare affidamento su un Davis che fin qui contro i Blazers ha messo a referto 28.5 punti, 13.5 rimbalzi, un assist, 2 palle recuperate e 3 stoppate, hanno trovato risposte importanti dai vari Jrue Holiday, Nikola Mirotic e dall’intramontabile Rajon Rondo.

 

Il primo, infatti, ha avuto sin qui un impatto a dir poco determinante in questa post season, rispedendo al mittente le critiche di chi lo accusa di essere un giocatore pagato fin troppo in relazione al proprio valore tecnico. L’ex Philadelphia Sixers è risultato, infatti, uno dei migliori della serie fino a questo momento, mettendo la sua firma sul successo in gara-1 con 21 punti, 7 rimbalzi, una palla recuperata e 2 stoppate e facendo ancora meglio in gara-2, con 33 punti, 3 rimbalzi, 9 assist e una palla recuperata.

 

L’ex ala dei Chicago Bulls, arrivato per offrire maggiori alternative a coach Alvin Gentry dopo l’infortunio che ha posto fine alla stagione di DeMarcus Cousins, ha rappresentato una valida pedina di supporto alla fase offensiva dei suoi e dando anche un buon contributo in difesa, facendo registrare una bella doppia doppia da 16 punti, 11 rimbalzi, 3 assist, 2 palle recuperate e 4 stoppate in gara-1 e 17 punti, 8 rimbalzi e 2 stoppate in gara-2.

 

Discorso a parte merita il talentuoso playmaker classe ’86 di Louisville. Nonostante ormai gli otto anni trascorsi in quel di Boston, con tanto di titolo vinto nel 2008, rappresentino soltanto un lontano ricordo, Rondo ha dimostrato di essere ancora un giocatore di grandissimo valore, superando nel migliore dei modi i vari infortuni che lo hanno attanagliato negli ultimi anni e delle difficoltà con cui ha dovuto convivere nelle esperienze con Dallas Mavericks, Sacramento Kings e Chicago Bulls.

 

Dopo aver dato un contributo degno di nota alla causa nel corso della regular season da poco conclusasi, il Rondo in versione playoff è andato ben oltre le aspettative nei suoi confronti, rievocando le prestazioni che offriva abitudinariamente con la maglia dei Boston Celtics, quelle che portarono in molti a ritenerlo il playmaker migliore della lega, in un continuo testa a testa con Chris Paul, che in quegli anni indossava proprio la maglia dei New Orleans Hornets, oggi Pelicans.

 

Con 6 punti, 8 rimbalzi, una palla recuperata e ben 17 assist, l’ex Chicago Bulls ha messo la sua firma sulla vittoria in gara-1, ripetendosi in gara-2, in cui ha sfiorato la tripla doppia: 16 punti, 10 rimbalzi e 9 assist per lui. Col solo Davis, probabilmente, il cammino ai playoff dei Pelicans sarebbe stato più breve del previsto, ma con giocatori del calibro di Rondo, Mirotic e Holiday al suo fianco, peraltro in forma smagliante, New Orleans può davvero continuare a stupire.

Portland, dal canto suo, intende ritrovare le proprie certezze e, dopo aver steccato in entrambe le due gare casalinghe fin qui disputate, quasi sicuramente scenderà in campo a New Orleans con tanta voglia di rivalsa e uno spirito battagliero. Fondamentale per i Blazers sarà ritrovare, in particolar modo, l’efficienza al tiro da dietro l’arco: le speranze della franchigia dell’Oregon sono tutte, o quasi, riposte in Lillard e McCollum, chiamati a riscattarsi immediatamente.