Da poco meno di due mesi la regular season 2017-2018 è giunta al termine e i riflettori sono ora puntati sui playoff, soprattutto in virtù dell’inizio delle Finals, in cui per la quarta volta i Golden State Warriors contenderanno l’anello ai Cleveland Cavaliers. In molti, però, già non vedono l’ora dell’inizio della prossima stagione regolare, in particolar modo i tifosi delle squadre che sono state eliminate nel corso della post season o che non sono riuscite nemmeno a raggiungerla.

 

In quest’ultima categoria rientrano i Los Angeles Clippers, protagonisti di un’annata altalenante conclusasi col decimo posto ad Ovest con 42 vittorie e 40 sconfitte. Un piazzamento finale che ha lasciato l’amaro in bocca alla squadra guidata da coach Doc Rivers, fresco di rinnovo contrattuale, anche e soprattutto considerando che, tra le diciotto franchigie che hanno concluso la regular season con un record positivo, soltanto due non sono riuscite ad approdare ai playoff: i Denver Nuggets e, appunto, i Clippers.

 

A onor del vero, la mancata partecipazione della squadra losangelina ai playoff sembrava piuttosto scontata in avvio di stagione, considerando la partenza di Chris Paul, trasferitosi agli Houston Rockets. Sulla carta, però, i Clippers sembravano avere le pedine ideali per continuare a fare qualcosa di importante: Patrick Beverley, Lou Williams, Danilo Gallinari, Montrezl Harrell e Milos Teodosic, ma anche i confermati Blake Griffin e DeAndre Jordan.

 

Prima della trade deadline, però, Donkey Kong si è accasato ai Detroit Pistons, con il solo Jordan rimasto in quel di L.A., e gli infortuni dei vari Beverley, Gallinari, Teodosic e dello stesso Griffin hanno ridimensionato e non poco le ambizioni dei Clippers. Tra le note liete di una stagione da dimenticare o quasi, la prima senza playoff dopo sei anni, va segnalato Lou Williams, che in uscita dalla panchina ha messo a referto 22.6 punti, 2.5 rimbalzi, 5.3 assist e 1.1 palle recuperate per gara col 43,5% al tiro e il 36% da dietro l’arco in 79 partite giocate, di cui 19 nel quintetto titolare.

 

Sweet Lou ha vissuto la miglior annata della sua carriera ed è il favorito per la vittoria del premio di Sesto uomo dell’anno, ma non è l’unico giocatore in casa Clippers degno di essere menzionato. Spicca, in questo senso, anche Tobias Harris, arrivato dai Detroit Pistons lo scorso febbraio nell’ambito della trade che ha portato Blake Griffin nel Michigan.

 

Con 19.3 punti, 6 rimbalzi, 3.1 assist e 1.2 palle recuperate per partita col 47,3% al tiro e il 41,4%, il classe ‘92 è riuscito a fare molto meglio della prima parte di stagione trascorsa ai Pistons, rendendosi protagonista della sua miglior stagione in carriera per media punti e assist e percentuale dalla lunga distanza.

 

26 anni da compiere il prossimo 15 luglio, Harris è probabilmente uno dei giocatori più sottovalutati della lega e potrebbe fare tranquillamente comodo ad una contender, vista la sua efficienza al tiro (46,7% in carriera). Attaccante versatile e intelligente, ha lasciato un ottimo ricordo in ogni squadra in cui ha giocato, dai Milwaukee Bucks che lo scelsero con la diciannovesima scelta assoluta al Draft 2011 ai Detroit Pistons, passando per gli Orlando Magic. 

 

Harris è stato anche selezionato per il Three-Point Contest in occasione dello scorso All-Star Weekend, piazzandosi terzo al primo turno con 18 punti (uno in meno dei primi due classificati, Devin Booker e Klay Thompson) e perdendo in finale con 17 punti, arrivando a quota 17, dietro a Thompson (25) e al vincitore Booker (28). L’anno prossimo sarà inevitabilmente uno dei punti di riferimento dei Clippers, che dovranno sperare di ridurre al minimo gli infortuni per poter tornare ai playoff, dopodiché potrebbe testare il proprio valore nel mercato dei free agents.

 

Harris, infatti, ha un altro anno di contratto a $ 14.800.000 e di certo non mancano le squadre interessate a lui. Il suo futuro dipenderà in gran parte dai risultati dei Clippers e dalle sue prestazioni individuali: se per il primo aspetto è complicato e non poco sbilanciarsi, sul secondo si hanno ben pochi sul fatto che Harris abbia tutte le carte in regola per ripetersi e continuare a migliorare. Essendo ancora molto giovane, l’ex Pistons sarà uno dei nomi più intriganti della free agency 2019 ed ha ancora ampi margini di miglioramento.

 

Nonostante in pochi parlino di lui e della propria costanza nel crescere e sviluppare il proprio potenziale cestistico, Harris continua a centrare traguardi importanti per guadagnarsi le luci della ribalta. In questo senso, il passaggio ai Clippers avvenuto prima della trade deadline potrebbe essere stata l’occasione giusta per la sua carriera. Tra i protagonisti della passata regular season c’è anche lui, anche se difficilmente viene menzionato tra i giocatori più intriganti ed affidabili del panorama NBA.