Quando sente profumo di titolo, non ce n’è per nessuno: Kevin Durant, la scorsa notte, ha offerto la miglior prestazione ai playoff della sua carriera, contribuendo in maniera determinante al successo dei suoi Golden State Warriors per 110-102 in casa dei Cleveland Cavaliers in gara-3. I campioni in carica, dunque, espugnano la Quicken Loans Arena nonostante l’ottima prestazione dei padroni di casa, capace di tenere testa a larghi tratti a quelli della Baia e a tenere a lungo un vantaggio di dieci o più lunghezze prima di capitolare nel finale.

 

Non è una novità che Golden State parta sottotono per poi esplodere negli ultimi due quarti, in particolare nel terzo, ma lo è eccome la scarsa efficienza dalla lunga distanza degli Splash Brothers: 21 punti in due con 2/14 da dietro l’arco (11 punti con 1/10 Curry e 10 punti con 1/4 Thompson). Soprattutto in una serata del genere, uno come Durant non può farsi trovare impreparato e sin dall’inizio della gara si fa valere in entrambe le fasi di gioco, impedendo ai Cavs di allungare in maniera considerevole con una serie di triple e canestri fondamentali che tengono i suoi Warriors a contatto.

 

Dopo aver preso la decisione di trasferirsi da free agent ai Golden State Warriors, lasciando gli Oklahoma City Thunder e subendo numerose critiche da parte degli appassionati, che lo accusavano e lo accusano tuttora di aver scelto la strada più facile per vincere il suo primo anello, conquistato alla prima occasione utile, al termine delle Finals vinte per 4-1 contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James e Kyrie Irving. Per lui 35.2 punti, 8 rimbalzi e 5.4 assist di media col 55,6% al tiro e 39 punti nella decisiva gara-5 alla Oracle Arena, che consegna il titolo alla franchigia californiana e permette a KD di vincere il suo primo anello e, contestualmente, il primo MVP delle Finali della sua carriera.

 

Durant aveva una voglia matta di vincere e non aveva mandato giù la bruciante eliminazione dei suoi Oklahoma City Thunder nella finale di Conference del 2016, proprio contro i Golden State Warriors: portatasi sul 3-1, OKC aveva finito per sprecare ben tre matchpoint, perdendo per 4-3 in gara-7 e dicendo addio al sogno di tornare alle Finals dopo quattro anni. Da free agent, il classe ’88 ha ascoltato le proposte dei Boston Celtics e dei Golden State Warriors, scegliendo poi questi ultimi.

 

Nonostante in molti continuino a criticarlo per la scelta fatta, Durant ha già più volte chiarito la questione, avendo anche recentemente dichiarato di aver preso la sua decisione dopo essersi sentito parte di un gruppo compatto e coeso e, soprattutto, determinato a vincere, proprio come lui. Sin dall’inizio della sua avventura in terra californiana, il fuoriclasse originario di Washington ha dimostrato di stare benissimo in uno squadrone che già poteva contare su tre All-Stars, tra cui il due volte MVP Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green, e un ex All-Star del calibro di Andre Iguodala.

 

Dopo aver fatto la voce grossa nei playoff vinti lo scorso anno, risultando il principale protagonista delle Finals, Durant non ha ancora placato la propria fame di trionfo e lo ha dimostrato sin dalle prime gare della post season attualmente in corso, contribuendo alle vittorie per 4-1 contro San Antonio Spurs al primo turno (28.2 punti, 8.6 rimbalzi e 5.2 assist) e New Orleans Pelicans nelle semifinali di Conference (27.8 punti, 7.4 rimbalzi e 4.8 assist), per poi esplodere definitivamente in finale di Conference contro gli Houston Rockets, evitando ai suoi l’uscita di scena con medie di 30.4 punti, 5.7 rimbalzi e 2.7 assist.

 

Nel corso di questi playoff, inoltre, KD ha messo a referto sin qui quattro doppie doppie ed ha segnato almeno 22 punti in tutte e venti le partite giocate, superando ben sette volte la quota di 30 punti e toccando l’apice con il suo career-high ai playoff di 43 punti, stabilito nella vittoriosa gara-3 delle Finals sul campo dei Cleveland Cavaliers (110-102 il punteggio finale), chiusa con ottime percentuali sia dal campo (65,2% con 15/23) che da dietro l’arco (66,7% con 6/9).

 

Nelle prime tre partite della serie contro i Cavs, Durant ha fatto registrare 31.7 punti, 10.3 rimbalzi e 6.7 assist per gara e nel post partita ci ha tenuto a far presente che i Warriors hanno intenzione di chiudere il discorso in gara-4, per quello che sarebbe il secondo sweep di sempre per i Cleveland Cavaliers e per LeBron James, sconfitti per 4-0 dai San Antonio Spurs nel 2007. Oltre a ciò, KD potrebbe chiudere con una doppia doppia di media alle Finals e portarsi a casa il secondo MVP delle Finali della sua carriera.