I Washington Wizards hanno recitato un ruolo di primo piano nella free agency attualmente in corso, firmando i free agents Dwight Howard e Jeff Green e liberandosi del pesante contratto di Marcin Gortat, cedendolo ai Los Angeles Clippers in cambio di Austin Rivers. La franchigia della capitale a stelle e strisce è attesa da una stagione in cui dovrà rialzare la testa dopo un’annata più complicata del previsto, con i playoff raggiunti al fotofinish (ottavo posto ad ovest con 43 vittorie e 39 sconfitte) e una bruciante eliminazione al primo turno contro i Toronto Raptors (4-2).

 

Nonostante la super stagione della guardia titolare Bradley Beal, capace di mettere a referto medie di 22.6 punti, 4.4 rimbalzi, 4.5 assist e 1.2 palle recuperate col 46% dal campo e il 37,5% da dietro l’arco in 82 presenze in regular season e di guadagnarsi la prima convocazione all’All-Star Game della sua carriera, infatti, i Wizards hanno dovuto fare i conti con numerosi ostacoli, anche e soprattutto a causa dell’infortunio di John Wall, che ha saltato di fatto metà stagione regolare (41 partite su 82), rientrando appena in tempo per disputare le sei gare del primo turno della post season perso contro i Toronto Raptors, esprimendosi tutto sommato in maniera positiva ma inevitabilmente non al massimo del proprio enorme potenziale.

 

Lo stesso Wall sarà ancora una volta il principale punto di riferimento di Washington nella prossima stagione, in cui la squadra guidata da coach Scott Brooks si pone l’obiettivo di lottare per le zone alte della Eastern Conference ed andare il più possibile lontano ai playoff, anche e soprattutto per approfittare dell’addio di LeBron James, dominatore delle ultime otto edizioni della Eastern Conference tra Miami Heat e Cleveland Cavaliers, trasferitosi ai Los Angeles Lakers da free agent.

 

La point guard classe ’90 ha espresso le proprie sensazioni sul futuro dei nuovi Wizards, mostrandosi piuttosto fiducioso circa le possibilità della sua squadra e felice del gruppo messo in piedi sin qui dal front office dei Maghi della capitale statunitense. “Avere una panchina più profonda sarà ottimo soprattutto per i titolari, che avranno molto più riposo rispetto all’anno scorso. Giocare tanti minuti ti fa arrivare stanco e privo di energie al termine della stagione, anche se ovviamente non cerchiamo alibi. Giocare 48 minuti a partita, però, ti stanca inevitabilmente. Avere delle alternative affidabili in uscita dalla panchina potrebbe essere la chiave per gestirci meglio e arrivare più carichi nel finale di stagione”.

 

Il nativo di Raleigh ha poi detto la sua sull’addio di LeBron James alla Eastern Conference dopo aver giocato ad Est per tutta la sua carriera: “LeBron è riuscito a mantenere la promessa fatta ai tifosi dei Cleveland Cavaliers, portando i Cavs a vincere il primo titolo nella loro storia. Credo che nella scelta di trasferirsi ai Los Angeles Lakers abbia avuto un peso rilevante anche la volontà della sua famiglia. Ad ogni modo, la Eastern Conference sarà molto competitiva: Boston è una squadra temibile, ma non sono da meno Philadelphia, Milwaukee, Indiana e Toronto. Ognuna di loro può ragionevolmente ambire al primo posto”.

 

Infine, il 28enne selezionato dai Washington Wizards con la prima scelta assoluta al Draft 2010, cinque volte All-Star e vincitore dello Slam Dunk Contest nel 2014, ha parlato dei nuovi arrivati Dwight Howard e Doc Rivers: “Howard avrà tanta voglia di rivalsa e di rilanciarsi dopo alcune annate difficili. Dopo aver perso Gortat, avevamo bisogno di un centro dalle sue caratteristiche, un lungo atletico che gode ancora di rispetto dai colleghi nella lega e che, nonostante abbia già avuto il suo periodo di gloria, è ancora capace di difendere il ferro con tante stoppate e rimbalzi e di attaccare il canestro mandando a bersaglio numerosi layup, soprattutto se non marcato adeguatamente. Ho parlato con lui, ha gli stessi obiettivi della squadra. Rivers, invece, tira tantissimo e potrà essere un’ottima arma in uscita dalla panchina.