In attesa di trasferirsi ufficialmente agli Houston Rockets, dove ritroverà coach Mike D’Antoni – suo allenatore dal 2011 al 2012 ai New York Knicks – e il suo grandissimo amico Chris Paul, insieme al quale formerà un Big Three d’eccezione con l’MVP in carica James Harden, Carmelo Anthony sembra avere le idee chiare sull’addio agli Oklahoma City Thunder e sulle proprie intenzioni future.

 

Dieci volte All-Star e ancora oggi tra i migliori attaccanti della lega, Melo è reduce da un’annata poco proficua con la maglia di OKC, con cui ha dovuto fare i conti con enormi difficoltà ad adattarsi a giocare con Russell Westbrook e Paul George, risultando poco incline al ruolo di terzo violino al fianco dell’MVP 2017 e dell’ex Indiana Pacers. 

 

Alla luce delle numerose prestazioni negative, in particolar modo nei playoff, in cui i Thunder sono stati clamorosamente eliminati al primo turno dagli Utah Jazz (4-2), Anthony non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di uscire dalla panchina ed ha recentemente confermato la propria visione in merito: “So giocare a basket, conosco da tanto tempo il gioco, per cui so che non è ancora il momento per rivestire un ruolo in second unit. Quando arriverà quel momento, lo farò. Ora, però, sono consapevole di poter dare ancora tanto in quintetto”.

 

L’ex Denver Nuggets e New York Knicks, del resto, non è mai partito dalla panchina in regular season e nemmeno ai playoff, avendo disputato fin qui 1126 partite in NBA (1054 in stagione regolare e 72 in post season), tutte da titolare. Per ciò che concerne la decisione di trasferirsi agli Oklahoma City Thunder, dopo essere stato a lungo accostato a Houston Rockets e Cleveland Cavaliers, invece, Melo si è così espresso: “Ripensandoci, non è stata una buona scelta per me. L’anno scorso nulla è andato come sarebbe dovuto andare.”