La scorsa notte, nel match vinto per 115-102 contro i Minnesota Timberwolves, Kawhi Leonard ha recitato un ruolo di primissimo piano per i suoi Toronto Raptors, risultando il migliore in campo con 35 punti, 5 rimbalzi, 2 assist, 2 palle recuperate e 2 stoppate con un più che positivo 65,2% al tiro (15/23) e il 50% da dietro l’arco (2/4).

 

The Claw, dunque, si è aggiudicato il duello con Jimmy Butler e permesso ai Raptors di portare a casa un’altra importantissima vittoria, la quinta in altrettante gare disputate. Se fino alla scorsa estate, immediatamente dopo lo scambio che ha portato DeMar DeRozan e Jakob Poeltl ai San Antonio Spurs e Leonard e Danny Green in Canada, c’erano dubbi circa il suo gradimento per la franchigia canadese, ora la musica è decisamente diversa.

 

Rispetto alla stagione scorsa, in cui era sceso in campo in appena nove occasioni in regular season ed aveva saltato interamente il primo turno dei playoff perso dagli Speroni al cospetto dei Golden State Warriors, Leonard sembra aver ormai ritrovato tutte le certezze e le garanzie apparentemente perdute l’anno passato.

 

The Hand sta viaggiando a medie di 28 punti, 7.8 rimbalzi, 2.5 assist e 1.3 palle recuperate col 51,2% al tiro e il 47,4% dalla lunga distanza, facendo registrare i migliori dati della carriera per ciò che concerne il numero di punti realizzati, rimbalzi catturati, tiri tentati e segnati, sia dal campo (10.8/21) che da dietro l’arco (2.3/4.8), la percentuale da tre e dalla lunetta (89,5%), oltre ai minuti giocati (35) per gara.

 

“Limitare Jimmy Butler: ecco uno dei motivi per cui abbiamo deciso di puntare su Kawhi Leonard”, ha dichiarato prima della partita coach Nick Nurse, che col senno di poi ha avuto ragione. Insieme allo stesso Butler, infatti, Leonard è uno dei pochi giocatori della lega in grado di farsi valere con la stessa efficienza su entrambi i lati del campo.