Nell’estate 2017, gli Oklahoma City Thunder hanno provato a costruire un nuovo Big Three capace di riportare la squadra a lottare per il titolo, affianco Paul George e Carmelo Anthony a Russell Westbrook. L’esperimento, però, non ha funzionato e mai ha dato l’impressione di poter dare frutti concreti. I tre All-Star, infatti, non sono riusciti a portare lontano i Thunder, qualificatisi a fatica ai playoff (quarto posto a Ovest con 48 vittorie e 34 sconfitte, lo stesso record di Utah Jazz e New Orleans Pelicans) e fermatisi nuovamente al primo turno, stavolta proprio contro gli Utah Jazz (4-2).

 

Nella scorsa free agency, il general manager Sam Presti ha deciso di intervenire nuovamente per porre rimedio alla situazione, rinnovando contro ogni pronostico il contratto di Paul George (quadriennale da 137 milioni per l’ex Indiana Pacers, che sembrava destinato a trasferirsi ai Los Angeles Lakers) e scaricando il pesante contratto di Carmelo Anthony agli Atlanta Hawks – che lo hanno poi tagliato – in cambio del playmaker tedesco Dennis Schröder, aggiudicandosi dunque un ottimo backup del confermatissimo Russell Westbrook.

 

Accantonato il Big Three mai esploso, i Thunder sono ripartiti dall’affidabilità dell’MVP del 2017 e del Most Improved Player del 2013, che già lo scorso anno avevano mostrato un’ottima intesa sia in campo che fuori. Attorno a loro, Presti si è rivelato abile nel costruire una squadra composta da tante pedine funzionali, quali Nerlens Noel, riserva di lusso di Steven Adams, e Jerami Grant. OKC è una delle migliori difese della lega, il tutto senza l’apporto di André Roberson, ancora out per infortunio.

 

L’avvio di stagione sembrava aver bocciato l’operato del gm Presti e dell’intero front office dei Thunder, con quattro sconfitte nelle prime quattro gare della regular season 2018-2019. Le successive sette vittorie di fila, però, hanno immediatamente riportato in alto Oklahoma, capace di perdere appena tre gare sulle diciassette disputate tra novembre e dicembre fin qui, per un totale di ben 16 vittorie e appena 7 sconfitte (secondo posto a Ovest, con una partita in meno dei Denver Nuggets primi).

 

La squadra guidata da coach Billy Donovan si è rivelata molto solida sia tra le mura amiche, dove ha battuto squadre del calibro di New Orleans Pelicans, Houston Rockets e Los Angeles Clippers, sia in trasferta, sconfiggendo avversarie ostiche quali i Detroit Pistons (appena quattro ko interni su tredici gare) e i Golden State Warriors, sconfitti con un netto 123-95 alla Oracle Arena, dove hanno perso appena tre delle ultime quindici partite giocate tra il finire della scorsa stagione e la prima parte di quella attuale.

 

Merito anche e soprattutto dell’apporto del duo Westbrook-George, che ieri ha propiziato la quarta W di fila per i Thunder, il 114-112 al Barclays Center contro i padroni di casa dei Brooklyn Nets, grazie all’ennesima tripla doppia da 21 punti, 15 rimbalzi, 17 assist e una palla recuperata il primo e a una super doppia doppia da 47 punti, 15 rimbalzi, 4 assist e una stoppata il secondo, autore tra l’altro del canestro decisivo nel finale, il primo realizzato dopo quattordici tentativi falliti di seguito nel corso della sua carriera.

 

Pienamente recuperato dopo l’intervento al ginocchio e i problemi fisici, The Brodie sta viaggiando a medie di 22.7 punti, 10.1 rimbalzi, 10 assist e 1.9 palle recuperate col 46% al tiro e se dovesse continuare su questi livelli potrebbe concludere la regular season per la terza volta consecutiva in tripla doppia di media, riscrivendo ulteriormente la storia. Mr. Triple Double, inoltre, è attualmente sul podio della graduatoria All-Time delle triple doppie, a quota 108, alle spalle soltanto di Magic Johnson (138) e Oscar Robertson (181).

 

PG13, dal canto suo, sta vivendo la miglior annata della sua carriera, con medie di 24.3 punti, 8.1 rimbalzi, 4.3 assist, 2.1 palle recuperate e 0.8 stoppate col 42,5% dal campo e il 36% da dietro l’arco (massimi in carriera per media punti, rimbalzi, assist, palle recuperate e stoppate per gara), riscoprendosi anche decisivo in assenza di Westbrook e rappresentando ormai una certezza nel sistema di gioco dei Thunder, che viaggiano sulle ali dell’entusiasmo di una delle coppie più belle e intriganti di tutta la lega.