L’avventura di Marc Gasol con la maglia dei Memphis Grizzlies potrebbe essere giunta al capolinea. Arrivato in Tennessee nel 2008, dopo aver vissuto i primi anni di carriera in patria, tra Barcellona e Girona, il centro classe ’85 si è in poco tempo scrollato di dosso la semplice e riduttiva etichetta di “fratello minore di Pau”, dimostrando di essere un giocatore sia fisicamente che tecnicamente adatto all’affascinante quanto complicato universo NBA e prendendo sin da subito in mano la franchigia, insieme all’altro giovane leader della squadra, il playmaker Mike Conley.

 

I due, insieme, hanno portato  i Grizzlies ai playoff nel 2009-2010, arrendendosi soltanto in semifinale di Western Conference, al termine di una serie molto combattuta con un’altra franchigia giovane e talentuosa, gli Oklahoma City Thunder del Big Three composto da Russell Westbrook, James Harden e Kevin Durant, che passarono il turno imponendosi complessivamente per 4-3. Al primo turno, Memphis aveva eliminato con un netto 4-2 i temibili e solidi San Antonio Spurs di Gregg Popovich.

 

Due anni più tardi, la franchigia del Tennessee riesce a compiere un gran passo in avanti, approdando alle finali di Conference: dopo aver liquidato i Los Angeles Clippers di Chris Paul e Blake Griffin (4-2) ed essersi presi la rivincita con gli Oklahoma City Thunder (4-1), però, è costretta ad arrendersi al cospetto dei San Antonio Spurs, che stavolta si impongono con un 4-0 che non lascio spazio ad equivoci e che pone fine alle speranze di Memphis di qualificarsi alle Finals per la prima volta nella loro storia.

 

Pur non essendo riusciti a ripetersi negli anni successivi, i Grizzlies hanno sempre staccato un pass per i playoff, cosa che quest’anno non sono riusciti a fare, nonostante un avvio incoraggiante di stagione. A invertire drasticamente la rotta di Memphis sono stati rispettivamente l’infortunio del playmaker titolare e bandiera della squadra Mike Conley, scelto con la quarta scelta assoluta al Draft 2007, e dell’ala Chandler Parsons, altro elemento cardine della squadra, oltre all’esonero di coach David Fizdale, silurato dalla società nonostante nel primo scorcio di regular season fosse riuscito a battere ben due volte gli Houston Rockets e ad imporsi contro i campioni in carica dei Golden State Warriors.

 

In seguito ai due eventi sopracitati, i Memphis Grizzlies hanno immediatamente abbandonato ogni pretesa di lottare per un posto nei playoff, volgendo la propria attenzione al futuro e valorizzando i tanti giovani talenti presenti nel roster, in vista di un rebuilding che appare ormai imminente. Reduci da una striscia a dir poco negativa di 14 sconfitte consecutive, i Grizzlies occupano attualmente all’ultimo posto nella Western Conference, con appena 18 vittorie e ben 45 sconfitte in 63 partite. Mancando ormai davvero poche settimane al termine della regular season, il front office di Memphis è già al lavoro per l’estate.

 

In quest’estate, alcuni veterani e punti di riferimento rimasti in Tennessee nonostante le numerose offerte ricevute nei mesi scorsi, tra cui in particolar modo Tyreke Evans, cercato da numerose squadre prima della trade deadline, ma anche e soprattutto Marc Gasol, che a 33 anni da poco compiuti vorrebbe lottare per qualcosa di importante negli ultimi anni della sua carriera, non essendo mai andato oltre le finali di Conference in quel di Memphis. Il tre volte All-Star, già cercato da squadre attrezzate per vincere o quantomeno per competere per l’anello, tra cui i Boston Celtics, i Cleveland Cavaliers e i Toronto Raptors, difficilmente vivrà la sua undicesima stagione in NBA lontano dai Grizzlies se questi ultimi non imbastiranno una trade con una potenziale acquirente.

 

Difensore dell’anno nell’annata 2012-2013, Gasol è riuscito a lasciare il segno nel mondo del basket a stelle e strisce per quanto concerne i traguardi individuali, ma a livello collettivo non è ancora riuscito a vincere né un titolo di Conference né un anello, a differenza del fratello Pau, che ha messo in bacheca due titoli di Conference ed altrettanti titoli di campione NBA con la maglia dei Los Angeles Lakers, rispettivamente nel 2008 e nel 2009. Ecco perché il classe ’85 di Barcellona potrebbe porre fine alla sua era in quel di Memphis, anche se il contratto firmato con i Grizzlies prevede un altro anno insieme per le due parti, oltre a quello attualmente in corso.

 

Ciò non toglie che Gasol possa divenire l’obiettivo di una squadra di qualità ma non ancora pronta al grande salto, proprio come erano i Grizzlies fino a poco fa, e quindi decidere di puntare su di lui per rinforzare il proprio roster e diventare ancor più competitiva. In questo senso, i Cleveland Cavaliers potrebbero avere lo spazio salariale necessario per accogliere il massiccio centro spagnolo, soprattutto se dovessero privarsi di Tristan Thompson, mentre i Toronto Raptors potrebbero individuare in lui l’uomo adatto per compiere il definitivo salto di qualità e nei Boston Celtics colmerebbe l’unica falla presente nella squadra di Brad Stevens, risultando il tassello ideale per completare il mosaico bianco-verde.

 

Oltre alle tre franchigie sopracitate, però, Gasol potrebbe far comodo a tante altre squadre che sognano in grande, ma la sua situazione è piuttosto complicata e andrà monitorata attentamente nei prossimi mesi, in particolar modo al termine dei playoff e durante la free agency e il mercato estivo, anche perché i Memphis Grizzlies devono ancora ragionare concretamente e prendere una decisione sul da farsi. Nel frattempo, il buon Marc aspetta e spera, continuando a lottare per i colori che ormai difende da un decennio, come ha fatto sin da quando è arrivato in quel di Memphis, e il fratello Pau commenta così a USA Today: “Gli ho detto di non mollare e di continuare a lavorare duramente per dimostrare il suo valore. Penso che sia arrabbiato e frustrato di questa situazione, ma non si possono prevedere gli infortuni di due giocatori fondamentali per la squadra come Conley e Parsons, si può solo lottare e dare il massimo. Marc è da dieci anni a Memphis ed ha dato tutto alla squadra, è naturale che non sia felice di ciò che sta accadendo.”