John Wall è ormai da anni un imprescindibile punto di riferimento per i Washington Wizards, nonché uno dei giocatori più fisicamente dominanti, iconici e talentuosi dell’intero panorama cestistico NBA. Il contratto firmato l’estate scorsa, che lo porterà a guadagnare 141.641.800 milioni di dollari fino al 2022 con player option per il 2022-2023 a 46.872.000 milioni), lo lega praticamente a vita alla franchigia della capitale statunitense, ma la storia ci insegna che dare qualcosa per scontato nella lega cestistica made in USA è un errore da non commettere mai, soprattutto quando si tratta di mercato.

 

Dall’estate scorsa ad oggi, inoltre, sono successe tante cose che hanno influito e non poco nel rapporto tra Wall e i Wizards, contribuendo a smorzare il sorriso sempre presente sul volto della point guard classe ’90. Nella passata stagione, Washington ha sfiorato le finali di Conference, arrendendosi soltanto in gara-7 delle semifinali di Conference contro i Boston Celtics, grazie anche e soprattutto al suo numero 2, autore del buzzer beater della vittoria in gara-6. Un risultato a dir poco positivo, che aveva influito in maniera determinante nel ricco e lungo rinnovo contrattuale tra le parti.

 

Attualmente, i Maghi della capitale sono quinti ad Est con 38 vittorie e 29 sconfitte, in piena corsa per il terzo o quarto posto, per i quali se la giocano rispettivamente con Indiana Pacers e Cleveland Cavaliers, ma la differenza sostanziale rispetto alla scorsa stagione è che il trascinatore di Washington non risponde al nome di John Wall, bensì a quello di Bradley Beal, che forma col playmaker originario di Raleigh uno dei backcourt più talentuosi ed imprevedibili della lega. Quella attualmente in corso non è stata una regular season da incorniciare per Wall, che ha dovuto fare i conti con ripetuti problemi fisici che lo hanno tenuto spesso e volentieri lontano dal campo ( il prodotto di Kentucky è out per un infortunio al ginocchio sinistro da fine gennaio).

 

In assenza del loro leader, i Wizards si sono affidati a Bradley Beal, che li ha ripagati con prestazioni a dir poco autorevoli e medie molto positive, le migliori della sua carriera fino a questo momento (23,2 punti, 4,5 rimbalzi e 4,6 assist per partita), non senza sentire la mancanza del loro numero 2, il quale potrebbe rientrare ad inizio aprile, in tempo per il finale di regular season, o direttamente nel corso dei playoff, ma al momento la sua situazione appare tutt’altro che definita.

 

Rispetto alla scorsa annata, le medie di Wall sono calate per ciò che concerne punti (da 23,1 a 19,4), rimbalzi (da 4,2 a 3,6), assist (da 10,7 a 9,3), palle recuperate (da 2 a 1,3) e percentuale al tiro (da 45,1% a 41,7%), anche e soprattutto a causa del dolore al ginocchio sinistro che non gli ha permesso di esprimere il massimo del suo potenziale nelle poche partite sin qui disputate. Dal 2012-2013 (in cui giocò 49 partite, di cui 42 da titolare, in seguito ad un infortunio alla rotula) in poi, Wall aveva trovato un’impressionante continuità, tanto che l’anno scorso ha vissuto la miglior stagione della sua carriera, piazzandosi secondo alle spalle di James Harden (11,2) per assist per gara.

 

Quest’anno, invece, Wall è sceso in campo in appena 37 occasioni, saltando fin qui la bellezza di 30 partite, saltando anche l’All-Star Game tenutosi a Los Angeles lo scorso 18 febbraio, ed è dunque ad appena tre partite dal record di partite saltate in carriera in una singola annata (33). Ciò ha contribuito e non poco ad aumentare il suo malumore, tanto che un suo addio alla capitale non è un’ipotesi da scartare a priori. In questo senso, il piazzamento dei Wizards in questa stagione, in particolar modo ai playoff, potrebbe influire e non poco sulle idee in ottica futura del proprio leader: fare meglio della scorsa annata è l’imperativo, ossia approdare alle finali di Conference.

 

Da segnalare, inoltre, le numerose indiscrezioni che sostengono che Wall non abbia un rapporto positivo con buona parte del roster della sua squadra. A dare manforte a questa tesi è anche la sua risposta piccata, con un cinguettio su Twitter, alle parole del centro di Washington Marcin Gortat in seguito alla vittoria dello scorso 1 febbraio contro i Toronto Raptors, ossia: “Grande vittoria di squadra!”, cui il 27enne ha risposto così: “Sono uno che gioca sempre per la squadra. Ho una media di circa 10 assist per partita, non posso sentire cose del genere, peraltro da uno che riceve la maggior parte degli assist da me.”

 

Un addio di Wall a Washington, pur non essendo, come detto, del tutto da scartare, attualmente appartiene alla categoria “fantabasket”, ossia alla lunga lista di indiscrezioni e rumors intriganti ma privi di fondamenta concrete, almeno per qualche altro mese. L’estate prossima, a stagione finita, la situazione della talentuosa point guard sarà sicuramente più chiara, anche perché in NBA, come noto, ogni situazione non è mai stabile e delineata e può variare giorno dopo giorno. Ciò detto, è innegabile che i Wizards abbiano trovato una loro dimensione anche senza il loro numero 2, riponendo speranza e fiducia nell’esplosione di un sorprendente Bradley Beal.