Quella attualmente in corso non è stata una regular season particolarmente memorabile per Isaiah Thomas. A onor del vero, sul finire della scorsa stagione, più precisamente prima di gara-2 delle semifinali della Eastern Conference vinte contro i Washington Wizards per 4-3, partita in cui mise a segno ben 53 punti, la scomparsa della sorella Chyna (cui ha poi dedicato la vittoria) è piombata come un fulmine a ciel sereno su un’annata da incorniciare per The Mighty IT, segnandolo profondamente.

 

L’estate scorsa, Thomas è stato coinvolto in uno scambio tra i Boston Celtics e i Cleveland Cavaliers, nell’ambito della trade che ha portato Kyrie Irving nel Massachusetts e Jae Crowder, Ante Zizic e lo stesso IT in Ohio. Le cose alla corte di Tyronn Lue e al fianco di LeBron James, però, non sono andate benissimo: il classe ’89 di Tacoma è stato costretto ad un lungo stop per un infortunio che si era già manifestato nel corso degli scorsi playoff e ritorna in campo soltanto il 3 gennaio contro i Portland Trail Blazers, mettendo a referto 19 punti.

 

Dal suo rientro in campo in poi, il rendimento di Thomas è piuttosto altalenante e la squadra vive un periodo di enorme crisi, causato soprattutto da uno sterile atteggiamento difensivo, tant’è che, con lui sul parquet, i Cavs fanno registrare un record di 7 vittorie ed 8 sconfitte. L’esperienza in quel di Cleveland per IT si conclude l’8 febbraio, con il passaggio ai Los Angeles Lakers insieme a Channyng Frye, in cambio di Larry Nance jr. e Jordan Clarkson. Con la maglia dei Cavaliers, l’ex Sacramento Kings e Phoenix Suns scende in campo in appena 15 occasioni, facendo registrare medie di 14,7 punti, 2,1 rimbalzi e 4,5 assist, col 36,1% al tiro dal campo e un pessimo 25,3% da dietro l’arco.

 

Con la maglia gialloviola, Thomas ha messo a referto fin qui 15,9 punti, 2,1 rimbalzi e 5,3 assist di media per partita, tirando complessivamente col 38,3% dal campo e col 34,8% da tre, migliorando dunque quasi tutte le statistiche fatte registrare con i Cleveland Cavaliers nello stesso numero di gare disputate (15), ad eccezione del numero di rimbalzi per partita (2,1), lo stesso totalizzato in Ohio. Su 30 partite giocate fin qui tra Cleveland e Los Angeles, soltanto la metà le ha giocate da titolare (14 ai Cavaliers e soltanto una ai Lakers), anche e soprattutto in virtù del fatto che Lonzo Ball è tornato dall’infortunio ed è nuovamente in quintetto.

 

In merito alla sua partenza nella second unit gialloviola, il buon IT ci ha tenuto a precisare la sua opinione: “Non sono un sesto uomo e non lo sarò mai, sono un titolare ed ho partecipato due volte all’All-Star Game, è bene che si sappia che ho fatto cose in questa lega che tanti altri non sono riusciti a fare. Non ho nulla contro coach Walton e i Lakers, gli sono grato per l’opportunità che mi hanno concesso. Posso garantire che, in quanto professionista, non farò promesse ma mi farò trovare sempre pronto”. Il suo contratto andrà in scadenza la prossima estate e in free agency Thomas cercherà “una squadra che mi voglia bene, perché sono stato scambiato troppe volte”. E a chi gli chiede di un possibile ritorno ai Boston Celtics, lui risponde così: “Tutto può succedere.”