La situazione di Kawhi Leonard è un tema che tiene banco ormai da tempo in quel di San Antonio e non solo. Molti, infatti, si chiedono quale sarà il futuro del numero 2 degli Speroni, che quest’anno ha giocato appena 9 partite in regular season, con medie di 16,2 punti, 4,7 rimbalzi, 2,3 assist, 2 palle recuperate e una stoppata per gara col 46,8% al tiro dal campo. Non soltanto i tifosi degli Spurs, ma anche i tanti appassionati del basket a stelle e strisce, hanno atteso a lungo un ritorno a pieno regime del classe ’91, restando però con l’amaro in bocca.

 

I suoi innumerevoli estimatori, infatti, hanno potuto commentarne più gli eleganti look sfoggiati in panchina, mentre assisteva con espressione piuttosto seriosa alle prestazioni dei suoi compagni, che la qualità delle prestazioni, considerando che Leonard ha giocato appena l’11,7% delle partite disputate dai suoi Spurs fino a questo momento, ossia 9 su 77. Poco, troppo poco per un giocatore abituato a dominare in lungo e in largo e a recitare un ruolo di primo piano all’interno della franchigia nero-argento.

 

Chi, dopo il suo ritorno nel derby perso contro i Dallas Mavericks per 95-89 lo scorso 13 dicembre, si era illuso che il problema fisico occorsogli in seguito in seguito all’infortunio riportato nel corso della serie di Finali di Conference dello scorso anno (persa per 4-0 contro i futuri campioni dei Golden State Warriors) fosse ormai stato superato, si è dovuto ricredere. Leonard, infatti, ha giocato appena la metà delle successive partite (8/16), per poi non scendere mai in campo nelle 33 gare seguenti.

 

The Claw, dunque, ha dovuto assistere da spettatore non pagante al periodo negativo dei suoi, che hanno anche temporaneamente abbandonato la zona playoff, non potendo recitare un ruolo attivo per invertire la rotta e dare il via ad un netta risalita della franchigia texana. In molti hanno ipotizzato che il legame indissolubile tra il nativo di Los Angeles e i San Antonio Spurs si sia ormai spezzato. Tra questi, anche Nate Robinson, che detiene il record di vittorie allo Slam Dunk Contest, ben 3 (2006, 2009 e 2010).

 

“Un uccellino mi ha detto che Kawhi Leonard non vuole più giocare a San Antonio, se non gioca da tempo è per questo, non c’entra nulla il fatto che non se la senta di rischiare una ricaduta. Sicuramente gli farebbe piacere andare altrove, magari tornare a casa”, queste le parole del playmaker classe ’84, che in NBA ha indossato le maglie di New York Knicks, Boston Celtics, Oklahoma City Thunder, Golden State Warriors, Chicago Bulls, Denver Nuggets, Los Angeles Clippers e New Orleans Pelicans ed è attualmente free agent.

 

Qualora dovesse realmente decidere di salutare San Antonio, dove è approdato nel 2011, vincendo un titolo NBA con annesso MVP delle Finals nel 2014 in seguito alla vittoria per 4-3 contro i Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh, potrebbero farsi avanti anche i Los Angeles Lakers, che hanno abbastanza spazio salariale per ingaggiarlo, ma potrebbero non averlo qualora dovessero riuscire a sbaragliare la concorrenza sia per LeBron James che per Paul George o, eventualmente, DeMarcus Cousins.

 

Leonard sarà unrestricted free agent al termine dell’annata 2018-2019, ma se non dovesse tornare in campo nemmeno ai playoff, la sua avventura in quel di San Antonio potrebbe concludersi con largo anticipo, anche perché appare alquanto utopistico che The Claw possa cominciare la prossima annata con la maglia degli Spurs senza disputare nemmeno un minuto in post season, anche e soprattutto alla luce della gestione del caso da parte della società texana, Gregg Popovich in testa. “Kawhi tornerà quando lui e il suo gruppo riterranno opportuno”, queste le parole con cui l’head coach della squadra dell’Alamo ha risposto ai giornalisti.

 

Di certo, si tratta di una questione piuttosto delicata e che farà discutere ancora a lungo. Qualsiasi squadra vorrebbe avere nel proprio roster un giocatore del genere ed è facile immaginare che, qualora le strade del prodotto di San Diego e degli Speroni si separassero, numerose franchigie si farebbero avanti per lui: la battaglia per Kawhi Leonard sta per cominciare? Se sì, quest’ultimo andrà a recitare il ruolo di solista in una squadra ambiziosa o si legherà ad altri campioni per tentare immediatamente l’assalto all’anello, sulla falsariga di quanto fatto da LeBron James prima e Kevin Durant poi?