Attualmente impegnati nelle Finals contro i Golden State Warriors campioni in carica (nella notte andrà in scena gara-3 alla Quicken Loans Arena, dopo che alla Oracle Arena si sono imposti i californiani sia in gara-1 che in gara-2), i Cleveland Cavaliers saranno inevitabilmente tra le principale protagoniste nella prossima free agency, visto che dalla decisione del loro leader LeBron James dipenderà gran parte delle sorti della lega.

 

Tornato in Ohio nel 2014, dopo quattro anni ai Miami Heat con due titoli e altrettante finali perse, The Chosen One è riuscito a mantenere la promessa fatta ai suoi Cavs: “Un giorno tornerò e porterò Cleveland alla conquista del suo primo titolo”. Un sogno che diventa realtà nel 2016, anno in cui i Cavaliers rimontano lo svantaggio di 3-1 con i Golden State Warriors (prima squadra a riuscirci nelle Finals) e si impongono per 4-3 al termine di una serie a dir poco emozionante, con James premiato come MVP delle Finals.

 

L’anno scorso, invece, non c’è stata storia, con Golden State trascinata da Durant è capace di vincere con un netto 4-1 la serie, mentre quest’anno, alla luce di una stagione a dir poco travagliata per i Cavs, il divario tra le due squadre pare essere ancor più netto. L’esito di queste Finals quasi sicuramente andrà ad incidere sul futuro di LeBron, col fuoriclasse originario di Akron accostato a numerose squadre, tra cui in particolar modo Philadelphia Sixers, Houston Rockets e Los Angeles Lakers. 

 

James, però, potrebbe anche decidere di restare e firmare al massimo salariale con Cleveland, soprattutto se il front office dovesse decidere di accontentare le sue richieste e rinforzare accuratamente una squadra che rispetto a un anno fa si è indebolita e non poco. Il vuoto lasciato da Kyrie Irving non è stato colmato né da Isaiah Thomas né da George Hill e Jordan Clarkson e gli scambi fatti prima della trade deadline non hanno sortito gli effetti sperati (eccezion fatta per Larry Nance jr.).

 

In questo senso, i Cavaliers potrebbero decidere di puntare sull’esperienza di alcuni veterani che potrebbero fare al caso della franchigia dell’Ohio. Tra questi, Zach Randolph e Vince Carter, attualmente insieme ai Sacramento Kings (il secondo sarà free agent quest’estate), potrebbero dare una significativa mano ai Cavs in uscita dalla panchina, oltre a competere per quel titolo che in tanti anni di carriera non hanno mai neppure sfiorato.

 

Chi, invece, un titolo NBA già l’ha vinto (nel 2014 con i San Antonio Spurs, proprio contro LeBron James, allora trascinatore dei Miami Heat) è Marco Belinelli che, dopo una prima parte di stagione a dir poco complicata con gli Atlanta Hawks, è riuscito a rilanciarsi in quel di Philadelphia, con cui ha dato garanzie importanti nella second unit dei Sixers sia in regular season che nei playoff. Altra guardia che potrebbe far comodo ai Cavs è il classe ‘85 Arron Afflalo, reduce da un’annata agli Orlando Magic, ma non sono da meno Jamal Crawford, Rajon Rondo e Tony Parker.

 

Il primo continua a dare un ottimo apporto in uscita dalla panchina e, dopo aver lasciato i Los Angeles Clippers, ha recitato alla grande il suo ruolo da sesto uomo tra le fila dei Minnesota Timberwolves di Tom Thibodeau, mentre il secondo ha contribuito a suon di assist alla cavalcata dei New Orleans Pelicans verso i playoff e anche in post season si è fatto valere sia contro i Portland Trail Blazers che contro i campioni in carica dei Golden State Warriors. Discorso leggermente diverso per il francese in forza ai San Antonio Spurs, che pare aver perso lo smalto di un tempo, pur essendo ancora in grado di fare qualcosa di significativo sul parquet.

 

Per ciò che concerne i lunghi, invece, da menzionare anche i nomi di Boris Diaw e Greg Monroe, con il primo che ha vinto il titolo nel 2014 con i San Antonio Spurs e, nonostante l’età (36 anni), potrebbe decidere di tornare a giocare in NBA dopo appena un anno trascorso nella sua Francia, mentre il secondo ha saputo ritagliarsi il suo spazio ai Boston Celtics, dopo il buyout con i Phoenix Suns, cui era approdato nell’ambito della trade che ha portato Eric Bledsoe ad indossare la maglia dei Milwaukee Bucks.

 

Da segnalare, inoltre, un possibile approdo in quel di Cleveland da parte di Carmelo Anthony, amico fraterno di LeBron James e, al pari di quest’ultimo, uscito dalla fenomenale classe Draft 2003, in cui, oltre a loro due, c’erano anche Dwyane Wade e Chris Bosh. Nonostante le difficoltà vissute nella stagione da poco conclusasi al fianco di Russell Westbrook e Paul George agli Oklahoma City Thunder, Melo è ancora un affidabilissimo scorer e sarebbe un innesto sicuramente significativo per i Cavaliers, cui già venne accostato la scorsa estate prima di approdare ad OKC.