Dopo appena un anno e tre mesi dal suo ritorno alla corte di coach Nate McMillan, Lance Stephenson saluta gli Indiana Pacers, che hanno deciso di non esercitare la team option da $ 4.360.000 per la prossima stagione. Selezionato dalla franchigia di Indianapolis al Draft 2010 con la quarantesima scelta, la guardia classe ‘90 ha fatto registrare 9.2 punti, 5.2 rimbalzi e 2.9 assist in 82 presenze, di cui appena 7 da titolare.

 

Nelle sette gare disputate al primo turno dei playoff contro i Cleveland Cavaliers (4-3 per i Cavs), invece, Stephenson ha messo a referto 10.4 punti, 2.7 rimbalzi e 2.9 assist uscendo sempre dalla panchina e mettendosi in evidenza anche per il consueto trash talking con LeBron James. Born Ready, dunque, potrebbe firmare un nuovo contratto con i Pacers oppure testare il mercato dei free agents e trasferirsi altrove. 

 

Si tratta di una notizia piuttosto inaspettata, in quanto il rinnovo automatico per un’ulteriore stagione non avrebbe comportato un notevole esborso economico per Indiana, ma anche e soprattutto perché Stephenson è un’icona emotiva dei Pacers, un giocatore che sa sempre come tornare utile e un’arma più che valida per la second unit. Ad esprimere il proprio dissenso in merito al mancato rinnovo contrattuale di Stephenson con i Pacers, vi è un nome che dalle parti di Indianapolis ha lasciato il segno, ossia Paul George, dal 2010 al 2017 leader e principale punto di riferimento di Indiana. 

 

PG13 sul proprio profilo Instagram ha postato una foto del suo ex compagno di squadra con la seguente didascalia: “Wow ed ero io il cattivo ragazzo?! In questo business devi fare quello che è giusto per TE!”. George, dunque, si schiera apertamente contro la decisione della sua ex squadra e si toglie qualche sassolino dalle scarpe, dopo essere stato accusato di essere un traditore la scorsa estate, quando si accasò agli Oklahoma City Thunder dopo sette anni con i Pacers.

 

 

La sua cessione ha permesso a Indiana di ingaggiare Victor Oladipo, autore di una straordinaria stagione da trascinatore della squadra, chiamato per la prima volta in carriera all’All-Star Game e tra i candidati per il premio di Most Improved Player, e Domantas Sabonis, affidabile pedina in uscita dalla panchina. George, dunque, avrebbe potuto lasciare quest’estate da free agent, proprio come sta per accadere all’amico Stephenson.