Reduce da una stagione sensazionale alla guida degli Houston Rockets, in cui è stato in grado di portare la franchigia texana a centrare il miglior record della sua storia, con ben 65 vittorie ed appena 17 sconfitte, piazzandosi al primo posto nella combattutissima Western Conference davanti ai Golden State Warriors, Mike D’Antoni è destinato a restare ancora a lungo sulla panchina dei Razzi.

 

Il 67enne nativo di Mullens e con l’Italia nel sangue e nel cuore (ha origini italiane ed è stato uno dei principali punti di riferimento dell’Olimpia Milano di Dino Meneghin e coach Dan Peterson tra la fine degli anni ‘70 e l’inizio dei ‘90), infatti, è stato confermato dal front office dei Rockets, che ha esercitato la player option per la stagione 2019-2020.

 

D’Antoni, che nel 2016 aveva firmato un contratto triennale con opzione per una quarta stagione con Houston, dunque, non lascerà la squadra texana prima del 2020: una scelta piuttosto logica quella della società del proprietario Tilman Fertitta e del general manager Daryl Morey (reduce dalla vittoria del premio di Executive of the Year), non soltanto per gli ottimi risultati dei Rockets, ma anche e soprattutto per la bontà del lavoro svolto dall’ex Baffo in tutti i sensi.

 

L’ex coach dei Phoenix Suns di Steve Nash e Amar’e Stoudemire, infatti, ha plasmato la squadra secondo il proprio credo cestistico, prendendosi una tanto bella quanto meritata rivincita dopo le innumerevoli critiche subite a New York e Los Angeles, città in cui non è riuscito a lasciare il segno rispettivamente alla guida dei Knicks e dei Lakers.

 

Dopo aver portato Houston al terzo posto ad Ovest (55-27) e alle semifinali di Conference (perse per 4-2 con i San Antonio Spurs), nella stagione da poco conclusasi D’Antoni è riuscito ad alzare l’asticella, inserendo alla grande un fuoriclasse del calibro di Chris Paul nel proprio sistema di gioco e permettendo a James Harden di migliorare sempre di più, a Clint Capela di crescere partita dopo partita e ai vari P.J. Tucker e Gerald Green di risultare importanti e utili alla causa in un contesto piuttosto competitivo. 

 

Grazie anche e soprattutto a D’Antoni, i Rockets hanno raggiunto il primato nella Western Conference, scalzando i Golden State Warriors, vincendo la bellezza di 65 gare. Oltre a ciò, i suoi sono andati davvero ad un passo dall’eliminare gli stessi Warriors nei playoff, arrendendosi soltanto nel finale di gara-7 delle Finali di Conference. L’anno prossimo, Houston è intenzionata a fare ancora meglio, ancora con Mike D’Antoni alla guida di un gruppo sempre più solido e compatto.