Nonostante la notizia fosse nell’aria ormai da tempo, l’ufficialità è arrivata soltanto poche ore fa: Carmelo Anthony è un nuovo giocatore degli Houston Rockets. Il classe ‘84 firma da free agent un contratto annuale al minimo salariale di 2,4 milioni di dollari con la franchigia del Texas, dopo essere stato ceduto dagli Oklahoma City Thunder agli Atlanta Hawks ed essere tagliato da questi ultimi.

 

Dopo la trade a tre squadre tra OKC, Hawks e Philadelphia Sixers (Carmelo Anthony, Justin Anderson e una scelta protetta del Draft 2022 ad Atlanta, Mike Muscala a Philly e Dennis Schröder e Timothé Luwawu-Cabarrot ad Oklahoma), infatti, Melo è stato immediatamente tagliato dal roster di Atlanta ed è di fatto divenuto l’obiettivo numero uno degli Houston Rockets.

 

Questi ultimi hanno battuto la concorrenza di Los Angeles Lakers e Miami Heat, praticamente defilatesi nelle scorse settimane, riuscendo a prendere Anthony esattamente un anno dopo averlo soltanto sfiorato. Lo scorso anno, infatti, i Razzi sembravano ad un passo dal prelevare l’ala 34enne dai New York Knicks, in una trade cui avrebbero potuto prendere parte anche i Milwaukee Bucks.

 

Il tentativo del general manager Daryl Morey, fresco di vittoria del riconoscimento di Executive of the Year, però, non andò a buon fine, con Anthony che si accasò successivamente agli Oklahoma City Thunder per comporre un Big Three d’eccezione con l’MVP del 2017 Russell Westbrook e l’ex Indiana Pacers Paul George. Dopo il fallimento ad OKC, con la squadra eliminata al primo turno dei playoff dagli Utah Jazz (4-2), dunque, Melo riparte dai Rockets, con un anno di ritardo rispetto al previsto.

 

A Houston, il prodotto di Syracuse ex Denver Nuggets ritroverà il suo grandissimo amico Chris Paul e coach Mike D’Antoni, suo allenatore per un anno in quel di New York, e formerà un altro super Big Three insieme allo stesso CP3 e ad un altro MVP, James Harden, vincitore del premio lo scorso 26 giugno. Con i suoi due nuovi compagni di squadra, Melo si è già allenato recentemente e l’intesa dal punto di vista offensivo non dovrebbe essere un problema.

 

Piuttosto, ciò che ci si aspetta da Anthony è un maggior contributo in fase difensiva rispetto al solito, anche e soprattutto perché l’ormai nuovo volto degli Houston Rockets andrà a prendere il posto lasciato vacante da Trevor Ariza, passato ai Phoenix Suns, ossia quello di ala piccola titolare, e dovrà dimostrare di poter rendersi utile su entrambi i lati del campo. 

 

Pur prediligendo la fase offensiva, insomma, Melo sarà chiamato a farsi valere anche in copertura, compito che del resto spesso e volentieri ha mostrato di poter assolvere senza alcun problema: pur non avendo un quoziente di intelligenza difensiva comparabile a quello di giocatori del calibro di Kawhi Leonard, suo pari ruolo, Anthony è più che in grado di dire la sua anche in difesa. 

 

Inevitabile, però, che il contributo che tutti si aspettano dalla terza scelta del Draft 2003, lo stesso dei suoi amici LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh, sarà relativo in gran parte all’altra metà campo, quella in cui Melo si è sempre distinto tra Denver Nuggets, New York Knicks e, seppur in tono minore, Oklahoma City Thunder. 

 

Rispetto ai tre nomi sopracitati, il dieci volte All-Star non ha ancora vinto un titolo nel corso della sua carriera, al pari dei suoi nuovi compagni Chris Paul e James Harden, con quest’ultimo che però, contrariamente a CP3 ed Anthony, ha preso parte alle Finals nel 2012 con la maglia degli Oklahoma City Thunder al fianco di Russell Westbrook e Kevin Durant. 

 

A Houston, Melo avrà l’occasione di lottare per un traguardo degno di nota e dimostrare ai suoi detrattori di essere ancora pienamente in grado di dare un apporto significativo in una delle migliori squadre della NBA, una contender che da anni lavora per tenere il passo dei Golden State Warriors fino a scavalcarli. 

 

Lo scorso anno, i Razzi sono andati ad un passo dal raggiungimento del tanto agognato obiettivo: con un Melo in più nel motore (che sarebbe tornato presumibilmente utilissimo nelle ultime due sfide della serie, quelle disputate senza Paul, indisponibile in seguito ad un infortunio), porteranno a compimento la sfida?